Agnelli: «Juve, abbiamo cambiato tanto ma questo non giustifica il 14° posto»

Il presidente introduce l’assemblea degli azionisti con un lungo discorso sullo stato del calcio e sulla situazione della Juventus

TORINO - Andrea Agnelli lancia l’ormai “solito” allarme sulla situazione del calcio italiano (e internazionale), spiega la situazione della squadra pungendo Allegri e i giocatori, rilancia l’esigenza di profonde riforme. L’introduzione all’assemblea degli azionisti è da sempre un discorso “sullo stato” della Juventus, ma soprattutto del mondo del pallone che, al di là della permanente popolarità fra il pubblico, non se la passa benissimo.

EMERGENZA CALCIO - «Avevo concluso la mia lettera a voi azionisti tre settimane fa con una frase: "nessuna istituzione può ignorare per lungo tempo le richieste di maggiore trasparenza e di rinnovamento senza il rischio concreto di essere travolta". Ebbene dagli ultimi eventi accaduti, inchieste a livello nazionale e internazionale che hanno fatto emergere scandali e fatti, è sempre più urgente l'enorme bisogno di un cambiamento della governance del calcio a livello nazionale ed internazionale che permetta al mondo del calcio di riacquisire la centralità verso tutti gli azionisti e soprattutto verso i tifosi».

LA RIVOLUZIONE - È il cambiamento il tema principale dell’intervento di Agnelli che cita: «Il cambiamento è il modo con cui il futuro invade le nostre vite». E il futuro della Juventus sono quei giocatori di 22/23 anni che il presidente elenca uno ad uno da Rugani a Dybala, passando per Sturaro e Lemina e che rappresentano il «processo di rinnovamento», che la Juventus ha «avuto il coraggio di portare avanti, dopo essersi resa conto al termine di una stagione eccezionale sotto il profilo economico e sportivo che un ciclo era chiuso e un altro andava aperto». Ecco il perché della rivoluzione tecnica di quest’estate: «Eravamo consapevoli che il processo di rinnovamento della rosa della Juventus avrebbe potuto creare qualche difficoltà, ma non è assolutamente una giustificazione del quattordicesimo posto attuale in classifica». E qui arriva la bacchettata ad Allegri e alla squadra, che Agnelli - pur comprendendo le difficoltà - vorrebbe più brillante.

LE RIFORME URGENTI - Sulle questioni politiche Agnelli batte sui soliti tasti: «urgente la riforma dei campionati con riduzione delle squadre»; «importante l’introduzione delle seconde squadre, che sono una realtà di quasi tutti i principali campionati europei e permettono di crescere meglio e con maggiore attenzione i talenti, senza disperderli in prestito»; «rimodernamento delle infrastrutture, che sono per lo più obsolete sia architettonicamente che per i servizi che offrono».

CALCIOPOLI - Capitolo Calciopoli: «Abbiamo letto le motivazioni della Cassazione e stiamo valutando le richieste di Gazzoni. Manteniamo un dialogo aperto con la Figc e ho letto della causa per danni minacciata dall’avvocato Medugno, anche se ho faticato non poco a trovare gli accantonamenti di cui parla nel bilancio della Figc».

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