Nedved scende in campo: «Tutti uniti per la Juve e la Champions!»

Il ceco diventa vicepresidente: «Credo solo nel lavoro. Amo questa maglia. E voglio quella coppa!»

TORINO - L’aveva detto tornando nel club come consigliere d’amministrazione: «Si può vivere senza pallone, non senza Juventus». Lapidario Pavel, come spesso gli è capitato di essere in campo e fuori. Il concetto in questione l’aveva snocciolato nel 2011: a suo modo una profezia, perché entrato in punta di piedi nel Consiglio d’Amministrazione, soffrendo come un matto per la prima riunione («Cinque ore seduto!», aveva ululato con i cronisti nei saloni del Lingotto: «Ma come diavolo fanno? Per me è più facile correre per cinque ore di seguito»), da ieri è diventato vicepresidente. Non si lamenta più delle maratone intorno a un tavolo (anche se compensa sempre con altrettante ore di corsa), ha imparato a leggere un bilancio, a non sbuffare davanti alle esigenze degli sponsor e a calcolare l’ammortamento di un giocatore. Ha frequentato gli allenatori e i giocatori, scoprendo un nuovo punto di vista degli spogliatoi, che combinato con quello maturato con gli scarpini addosso costituisce un’esperienza impareggiabile nell’organigramma juventino di cui ora fa parte a pieno titolo. «Ha la legale rappresentanza del club», sottolinea Agneli, annunciando la nomina dell’amico senza nascondere neppure un filo dell’orgoglio, della felicità e della soddisfazione che la cosa gli provoca. Come dire: è un dirigente vero, non un soprammobile, da spolverare per le serate di gala.

IL FUTURO FRA TRE ANNI - E’ una promozione naturale e necessaria. Naturale perché Pavel si è evoluto dirigente e sentiva l’esigenza di uno sbocco. Necessaria perché il suo peso specifico in sede stava diventando troppo importante perché non avesse un ruolo istituzionale più definito di quello da consigliere. «Per tre anni resterà con noi, poi vedremo. Per me davanti a lui si apriranno due strade: potrebbe diventare presidente della Federazione Ceca e da lì, chissà, qualcosa di molto più importante a livello internazionale. Oppure rimanere da noi e crescere con noi», profetizza Agnelli. Tradotto: fra tre anni Nedved potrebbe imboccare la lunga strada per la presidenza dell’Uefa o della Fifa partendo da Praga, oppure - chissà - prendere direttamente il posto del suo amico Andrea alla presidenza della Juventus. I tifosi, ovviamente, sperano nella seconda ipotesi.  

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