Oreggia: «Dybala e Fantozzi»

Il direttore di Tuttosport commenta l'ottima prova della Juventus, guidata da Dybala

TORINO - Chissà che cosa avrebbe detto il ragionier geometra Renzo Silvio Arturo Filini, con quegli occhiali a culo di bottiglia, di fronte alle giocate mostruosamente proibite di Paulo Dybala. Al gol, all’assist, al rigore che si è procurato e che ha lasciato (sbagliare) a Paul Pogba. Chissà quale riflessione, ovviamente arguta, avrebbe sottoposto all’altro ragioniere, Ugo Fantozzi, che non fatichiamo a immaginare allo Stadium, indaffarato a umettarsi le labbra con la lingua. Insomma, non c’è bisogno di uno straordinario esercizio di fantasia per intuire che il talento argentino deve giocare sempre: lui più di tutti, perché ha le stigmate del campione, sa buttarla dentro con una discreta regolarità e possiede la giusta dose di genio per non essere mai banale.

Dybala è l’emblema della Juventus che sarà o che sta cominciando a essere. Ma siamo d’accordo sul fatto che debba irrobustirsi con qualche chilo di muscoli per reggere l’impatto con i difensori avversari. Detto questo, la lievitazione può e deve avvenire sul campo, non (solo) in palestra, indipendentemente dai milioni che la società ha scucito quest’estate e che sono un problema collettivo, non di un soggetto terzo. Come lo sono i 26 per Alex Sandro e i 19 per Mandzukic, centravanti molto old style. Forse troppo. A naso, la coppia Morata-Dybala sembra quella più funzionale alle esigenze della squadra, che poco alla volta sta recuperando terreno sulle concorrenti scudetto. Otto punti di distacco dalla Roma continuano a rappresentare un handicap pesante: senza amnesie difensive, i giallorossi hanno un’altra marcia, non solo rispetto ai campioni d’Italia ma in confronto a tutti. Prova ne sia il primato solitario in classifica dopo il colpaccio di Firenze, leadership assolutamente meritata malgrado il campionato sia ancora lunghissimo e per nulla scontato.

JUVENTUS-ATALANTA, CRONACA E TABELLINO

La Juventus deve essere poco cicala e molto formichina, un passo dietro l’altro, un punto dietro l’altro, una partita dopo l’altra per ricomporre i cocci della classifica e ritrovare una quadratura tattica stabile. La terza gara senza subire gol è un dato inconfutabile, un segnale di solidità ritrovata; ora il lavoro va svolto sulla velocità della manovra, sulla precisione del giropalla, sull’efficacia delle verticalizzazioni, che con l’addio di Pirlo sono praticamente scomparse. Rigore ciccato a parte, Pogba è sembrato abbastanza vicino alla versione originale dopo una serie incredibile di passaggi a vuoto: il francese è tanta roba, come lo è Khedira, uno che appare poco ma sbaglia pochissimo. Ieri il sistema di gioco dei bianconeri era innestato sul tridente, con Cuadrado in panchina; tra due giorni, a Sassuolo, non sono da escludere nuovi cambiamenti. La ricomparsa di Asamoah garantisce una soluzione in più, e di buon livello. La presenza di Dybala, lo ribadiamo, una sicurezza imprescindibile.

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