Morata-Borussia, il conto è aperto. Aria di vendetta

Lo spagnolo riparte  dai pugni contro la panchina dopo la sostituzione nella partita d’andata. Una reazione ripetuta nel derby

MOENCHENGLADBACH - Minuto 81 di Juventus-Borussia Moenchengladbach, Massimiliano Allegri richiama Alvaro Morata in panchina per provare a schiodare lo zero a zero con Paulo Dybala. Lo spagnolo raggiunge la panchina scuro in volto e una volta al suo posto sbatte la mano contro la paratia di cristallo e si lascia andare ad altri gesti di stizza. Non ha gradito. Quindici giorni dopo, Alvaro Morata ritrova la gommosa difesa del Borussia e la possibilità di tornare a segnare in Champions League, dopo che proprio i tedeschi avevano interrotto la sua striscia record di cinque gare consecutive in gol. E ritrova il Borussia dopo un’altra sostituzione indigesta, tre giorni fa nel derby, quando - questa volta al minuto 78 - ha lasciato non esattamente di buon umore il suo posto a Mandzukic.

ALVARO FURIOSO - E’ arrabbiato Alvaro Morata. Gli capita quando non segna. E quando non gioca. Il gol gli manca da un mese (4 ottobre contro il Bologna) e, al di là delle sostituzioni, di recente è partito in panchina contro il Sassuolo. Quanto basta a farlo innervosire. Contro Allegri? Più che altro con se stesso, assicurano quelli vicino a lui. Gli era già capitato quest’estate, quando il tecnico lo aveva mandato in campo subito dopo l’intervallo dell’amichevole polacca contro il Lechia Danzica e lo aveva tirato fuori dopo nemmeno mezz’ora, esasperato dall’atteggiamento indolente del bomber. Morata non l’aveva presa bene, ma alla fine aveva, per lo meno pubblicamente, accusato se stesso: «Sono arrabbiato con me, devo lavorare di più e segnare di più». E i gol sono arrivati, fino al 4 ottobre. Poi basta.

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