TORINO - Mario Mandzukic sgomita, nonostante la vistosa ferita al braccio sinistro continui a farlo soffrire. Per un centravanti fisico e potente, che ha nel corpo a corpo uno dei punti di forza, non è uno svantaggio di poco conto. In Croazia sostengono che senza il problema al gomito e il recente infortunio alla coscia, il numero 17 juventino avrebbe già segnato come in passato. Già, perché Super Mario non sarà mai stato un bomber da 30 gol a stagione, però tanto all’Atletico Madrid quanto al Bayern Monaco ha sempre viaggiato su cifre migliori. In Germania aveva una media di 0,55 gol a partita, in Spagna di 0.47 (dati Opta). Alla Juventus ha realizzato appena 3 reti in 11 match tra Supercoppa, campionato e Champions (media di 0.27 a gara). Troppo poco per quello che sulla carta doveva essere l’erede di Carlitos Tevez. Non è solo una questione di gol: l’Apache era inamovibile, Mandzukic ancora no. Nel derby contro il Toro è entrato solo nel finale e al Borussia-Park è rimasto in panchina. In Champions non si è trattato di una vera e propria bocciatura: a inizio settimana Mandzukic, oltre che dolorante al gomito, era apparso un po’ stanco e affaticato (lunedì aveva lavorato a parte), così Massimiliano Allegri ha preferito puntare sulla coppia Morata-Dybala.
A CACCIA DI SPAZIO - Mario in Germania non è andato oltre il riscaldamento, però già ieri - nella prima seduta con vista sull’Empoli - si è allenato regolarmente con tutti i compagni non impiegati in Champions. Per domenica non solo è disponibile, ma è smanioso di riprendersi il proprio posto al centro dell’attacco. Chi lo conosce bene, assicura che per incidere abbia bisogno di avvertire fiducia e di non sentirsi in discussione. Mandzukic è un gran professionista, duro e generoso in campo. Però tanto in Germania quanto in Spagna non viene descritto come un chierichetto. A Pep Guardiola in passato non le ha mandate a dire («Ha avuto poco rispetto con me», disse la punta lasciando il Bayern) e gli ultimi mesi spagnoli non sono stati una luna di miele come i primi, quando Mario segnava a raffica (20 gol tra agosto e gennaio). Solidissimo, invece, è sempre stato il feeling con Jupp Heynckes, suo tecnico nell’anno del Triplete con i bavaresi. Il buon Jupp vive a Moenchengladbach e l’altro giorno ha approfittato del match di Coppa per andare a ricaricare uno dei suoi allievi prediletti. «E’ stato bello rivederlo», ha cinguettato il croato su Twitter. Alla Juventus sperano che l’incontro con il maestro abbia sbloccato definitivamente il centravanti.