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TORINO - In una fase tanto delicata della stagione anche il dettaglio minimo può servire per cambiare faccia e mettere finalmente la freccia. Allora succede che le tempistiche non siano casuali e un venerdì sera a Torino non è una notte qualunque. Perché la vigilia di una partita solitamente da normale amministrazione diventa un crocevia decisivo del campionato della Juve. Servono compattezza, concentrazione, nervi saldi, lucidità e la necessaria serenità per non perdere altro terreno ed evitare scivoloni con le “piccole”. L’ostacolo si chiama Empoli e non può fare paura a un colosso come la Juve: ma la squadra di Max Allegri proprio dalla Toscana deve lanciare un segnale alla serie A, avviando l’operazione rimonta che non può prescindere da un convincente filotto di vittorie. La compattezza di gruppo si trova nella quotidianità e passa anche dalle piccole cose. Come una sera a cena, per guardarsi in faccia e alimentare il fuoco agonistico che in una big come la tutto grinta e cuore nel derby e poi il pareggio prezioso strappato con le unghie in Germania contro il Borussia, per avvicinare gli ottavi di Champions. I bianconeri ripartono da tali certezze e dalla volontà di unire il gruppo, lasciando da parte ogni differenziazione tra veterani e giovani leve. Juve non può mai mancare. Il grido di battaglia era partito dai senatori, in testa il capitano Gianluigi Buffon. Un urlo al quale è seguito il successo.