Metodo Dybala: la Juve e il mercato

Vi sveliamo come la Juve cerca talenti in tutto il mondo. Scouting e visioni dal vivo: ma sono decisivi i colloqui

TORINO - Un colloquio può cambiare la vita, anche nel calciomercato. Questione di metodo e quello che la Juventus utilizza con i giovani talenti si è dimostrato vincente negli ultimi anni. Da Paul Pogba ad Alvaro Morata, da Paulo Dybala ad Alex Sandro, senza dimenticare Daniele Rugani. Non si passa da un doppio settimo posto (2010 e 2011) a quattro scudetti consecutivi e alla finale di Champions per un solo motivo. Le ragioni sono tante, una sicuramente è la specializzazione nella caccia ai futuri campioni. Scegliere - e non sbagliare - l’acquisto della maggior parte dei giovani ha permesso ai bianconeri di bruciare le tappe. Non potendo competere con Real, Barcellona e sceicchi vari sui palloni d’Oro del presente, gli uomini mercato di Agnelli hanno sviluppato un ottimo sistema per anticipare quelli del futuro. Se Pogba corre già con Messi e Ronaldo, per Morata e Dybala è solo una questione di tempo. Con così tanti indizi, impossibile pensare a coincidenze.

Dietro c’è un metodo. Non è solo (e sempre) una questione di soldi. Faccia a faccia «Monitoriamo tantissimi giocatori», ripete ad ogni occasione Giuseppe Marotta. Molti sono giovani talenti (l’ultimo nome è il 16enne Gonzalez del Servette, inseguito pure da Roma, Manchester United e Real). La tecnologia avrà anche cambiato il mondo, ma nel calciomercato certi comandamenti resistono. Arrigo Sacchi, ai tempi del Milan, incaricava il fidato osservatore Natale Bianchedi di “spiare” e studiare i possibili acquisti in partita, in allenamento e pure al di fuori del campo. «Uomini, non solo giocatori», ripeteva l’ex ct. Alla Juventus il concetto è simile, non a caso dopo lo scouting su scala planetaria di tutti campionati, i confronti e le missioni sul posto, prima di accendere il semaforo verde si preferisce chiacchierare di persona con i diretti interessati. Marotta, Nedved e Paratici si fidano parecchio del loro fiuto e delle loro sensazioni. E’ un modo per confermare o ribaltare l’impressione del campo. Una procedura per evitare cattive sorprese.

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