Palermo, Zamparini: «Juventus, non gonfiare i muscoli di Dybala come hai fatto con Del Piero»

Il presidente rosanero lancia un messaggio al club bianconero: «Paulo sta mettendo su chili...»
Palermo, Zamparini: «Juventus, non gonfiare i muscoli di Dybala come hai fatto con Del Piero»© LaPresse

TORINO - Domenica sera a Palermo arriva la Juve e Maurizio Zamparini si scatena. Il presidente del Palermo si prepara a riabbracciare Paulo Dybala, ceduto ai bianconeri per 40 milioni di euro. In un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Zamparini ha raccontato perché decise di accettare l'offerta dei campioni d'Italia, preferendola alle altre: "Il tempo sta dimostrando che Marotta e Paratici sono stati bravi ad anticipare tutti, conquistando subito il sì del ragazzo. Il Milan? Berlusconi mi invitò ad Arcore per pareggiare l’offerta e Thohir venne addirittura a Vergiate per indurmi in tentazione. Ma non basta: il PSG avrebbe investito su di lui se Ibrahimovic fosse andato al Milan. La Juventus ha in casa un talento che presto varrà 100 milioni e passa e confermo quello che dico spesso: secondo me resta uno che dà il meglio al centro dell’attacco. Intanto sta mettendo su chili e l’ho notato in più di un’occasione. Adesso spero si fermino. Lui ha talento ed è agile: non va snaturato. Ricordo ancora quando gonfiarono i muscoli di Del Piero“.

I RAPPORTI CON LA JUVE - “Con la Juventus non sono mai tenero? Per ruolo sono contro il potere. Eppure fu proprio Boniperti ad introdurmi nel calcio quando avevo il Venezia in C2: da allora abbiamo conservato un ottimo rapporto. Quelle cene con Moggi e Giraudo? Ci trovavamo a tavola per questioni di Lega: eravamo avversari. Insistevo per il modello inglese e la divisione degli introiti sulla base dei risultati. Annacquarono tutto con la media delle vittorie negli ultimi 50 anni: con loro in testa, ovvio. Che resta di quegli anni? Ho sempre rispettato Giraudo, ma ci differenziava il fatto che io ho sempre anteposto l’etica al denaro. Purtroppo la situazione nel frattempo è addirittura peggiorata. Il calcio ha mutuato i difetti di un Paese che ormai non rispetta più certi valori. Dopo Calciopoli mi sono avvicinato a Moggi? Gli avevano insegnato che per vincere occorresse avere il favore degli arbitri e lui ci riuscì. Faceva parte di quel sistema, non era l’unico colpevole. Eppure una volta in tv negava il suo coinvolgimento. Allora gli dissi: ‘Luciano, vedi, sei sporco di farina e non te ne sei neanche accorto'…”.

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