Juventus, servono 10 vittorie. Lo diceva Buffon…

La rimonta scudetto possibile con un super filotto

TORINO - Come in una partita di tennis, se non giochi esattamente contro un fenomeno. Tu punti sulla continuità, cominci a rimandar la pallina dall’altra parte, eppoi - prima o poi - qualcosa succede. L’altro forza la giocata e la caccia fuori, o si stanca e sbaglia il colpo. Gli viene il braccino, insomma. Ecco, così nel campionato italiano. In ottica bianconera. A quanto pare, a quanto sino ad ora ha detto la classifica, la Juventus non deve vedersela esattamente con uno o più fenomeni. Non, cioè, con uno o più squadroni infallibili, assimilabili a perfette macchine da guerra che sovrastino qualsivoglia rivale che capiti loro a tiro, anzi. La Juventus deve vedersela, dal punto di vista della rincorsa scudetto (sempre più mission e sempre meno impossible), ora con la Roma, ora con la Fiorentina, ora con l’Inter, ora con il Napoli. Insomma, con tutti e con nessuno. Giacché nessuno ha ancora assunto lo status di squadra da battere in grado di mantenere un’andatura rapida e costante, al riparo da periodi di magra e scivoloni. Come invece era stata proprio la Juventus, negli anni passati. E così, appunto, succede che i bianconeri non siano ancora stati tagliati fuori dai giochi pur a dispetto di un avvio di campionato disastroso come non si verificava da decenni all’ombra della Mole. Tutt’altro, i bianconeri sono prepotentemente rientrati in scia non appena hanno infilato un... filottino (più che positivo, per carità, ma non ancora roba da record) di quattro vittorie consecutive in campionato. Pertanto ora hanno comprensibilmente maturato la convinzione che puntando sulla continuità (insomma, ricacciando la palla al di là della rete), possano davvero finire col rosicchiare sempre più punti strada facendo e mettere pressione a chi sta davanti.

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