Lapo Elkann: «Juventus, grande lavoro di rilancio di Andrea Agnelli. E col Bayern è possibile»

L'azionista parla del momento dei bianconeri: «Credo moltissimo in questa squadra»
Lapo Elkann: «Juventus, grande lavoro di rilancio di Andrea Agnelli. E col Bayern è possibile»© ANSA

TORINO - La fantastica rimonta in campionato con le 6 vittorie consecutive, la goleada nel derby con il 4-0 al Torino e un 2016 che promette scintille con gli ottavi di Champions League contro il Bayern Monaco. Insomma, la Juventus è tornata a fare la Juventus. E applaude anche Lapo Elkann. L'imprenditore, nipote dell’Avvocato Agnelli, ne ha parlato alla presentazione del libro “Fiat 500 - The design book” a Milano in termini entusiastici, da primo tifoso bianconero oltreché azionista. «La Juve ha svolto un un grande lavoro di rilancio, grazie a mio cugino Andrea Agnelli e allo staff che si è saputo scegliere. Per Andrea provo infinito affetto, forte, come fosse un fratello. Non posso che essere contento da juventino e per lui, per la squadra che ha saputo costruire, ripeto con un grande lavoro». E si parla di coppa dalle grandi orecchie. «Il Bayern? E’ estremamente difficile ma quando le partite sono secche tutto è possibile, nella lotta ti esalti. Il pallone è rotondo, hai 90’ più altri 90’ e magari i supplementari. Hai la possibilità di vincere. E io credo in questa squadra, ho grande fiducia».

SULLA 500 - «La 500? è mia moglie, la mia fidanzata. Non so se farà piacere alla mia fidanzata se lo dico, ma la realtà è che non c'è nulla che io abbia amato quanto questa macchina. Questa macchina è stata un motore per me, lo è stato per il mio team quando lavoravo all'interno della Fiat. Ricordo quando andavo da Roberto, al centro Stile, un’isola felice: vedere la '3più1' per me era come vedere la luce all'uscita di un tunnel. Questa auto che poi e diventata la 500 è stata anche motivo di rilancio della Fiat da un punto di vista empatico, emotivo, comunicativo, di freschezza ed energia, vitalità di prodotto. Il merito va riconosciuto a Roberto Giolito a al team che ha lavorato con lui. Non potevo che spingere, credere, stimolare, lottare e combattere a fianco di Roberto e dei suoi. E' stata un'avventura non solo di Lapo, Roberto e della Fiat. E' un'avventura italiana e mondiale. La 500 è un simbolo che appartiene a tutti gli italiani, un simbolo del design, un oggetto del desiderio mondiale. La 500 di Giacosa, come la bottiglia di Raymond Loewy della Coca Cola che rappresenta un movimento mondiale, ha creato anch'essa un movimento particolare nel design dell'auto e nel mondo della connettività e del motion. Ogni volta che la vedo mi incanto, ogni volta che la vedo sorrido , ogni volta che ne parlo ho il cuore in gola. La 500 è una delle più grandi storie della Fiat e dunque mi permetto di dire una delle più grandi storie dell'automobile italiana. Ho avuto l'onore di poter partecipare a quella avventura e di poter lavorare con Roberto che è una persona fantastica e che ha una qualità più importante di tutte, che certi non vedono come una qualità in Italia, e cioè è una persona di grande bontà e io lo sono anche. Di natura e indole siamo due buoni. Cosa non facile quando si combatte ma con bontà e umanità siamo riusciti a costruire una squadra di gente con caratteristiche particolari e di unirci per il bene di una storia di un prodotto che è il bene della Fiat. Oggi la 500 è quasi un marchio a se stante con una storia, un suo pathos. La si vede in tutte le strade del mondo. E' un'auto che ci rende orgogliosi di essere italiani».

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