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TORINO - Anziché cappuccino e crostatina alle mele, un piatto fumante di spaghetti o riso, rigorosamente in bianco, seguito da pollo o affettati, ma nessun contorno di verdura o frutta. Per gli amanti della colazione all’italiana, è sempre difficile adattarsi alle 9 del mattino ad altri gusti e sapori, ma ormai i giocatori sono abituati ai cambiamenti di regime alimentare quando devono scendere in campo all’ora di pranzo. Pochi gli accorgimenti, soprattutto nel regime alimentare, e la squadra è pronta. Così la Juventus, nel ritiro di Verona, è chiamata ad alzarsi un po’ prima del solito, a sostituire la colazione con il pranzo - secondo i dettami del nutrizionista Matteo Pincella - e dopo la digestione a partire già per lo stadio. Nessun risveglio muscolare, pratica utilizzata quando i bianconeri scendono in campo alla sera (se giocano in casa, al mattino compiono una vera e propria rifinitura, se sono invece in trasferta si limitano a una seduta di stretching direttamente in albergo): i giocatori utilizzano soltanto il pre partita per il riscaldamento. Giocare la domenica alle 12.30 non è mai stato però indigesto alla Juventus. Dal 2010 a oggi i bianconeri sono scesi in campo dieci volte all’ora di pranzo centrando otto vittorie (l’ultima contro il Carpi il 20 dicembre, prima della pausa natalizia), un pareggio (1-1 contro la Sampdoria il 14 dicembre 2014) e una sconfitta, memorabile, in casa del Lecce il 20 febbario 2011, quando la squadra allora allenata da Gigi Del Neri ha perso 2-0, sotto i colpi di Mesbah e Bertolacci.