Vivaio antidoto agli infortuni della Juventus

Il momento del club bianconero nel commento sull'edizione odierna di Tuttosport
Vivaio antidoto agli infortuni della Juventus© LaPresse

TORINO - Caceres ko, Khedira fuori, Mandzukic anche, Asamoah pure, Lemina non ne parliamo neppure, prudenza per Chiellini, qualche guaio per Barzagli, mercato chiuso. E allora? Allora se ti chiami Juventus avanti con i giovani, perché è inutile giocare con il fantacalcio e, dunque, con i soldi degli altri. Si fa di necessità virtù, si pesca nell’acquario di casa, come si era fatto nel duemila e sei, anno orribile della retrocessione con i vari Giovinco, De Ceglie e Marchisio. Come sta il settore giovanile della Juventus? A pezzi? Non credo, anzi e allora si punti sui ragazzini, in emergenza, così come sui giovani italiani, Marotta e Paratici lavorano in sede di mercato. Se il futuro è quello, anche il presente deve essere lo stesso, con uguale filosofia, anzi già sapendo che l’eventuale inserimento di una giovane promessa della seconda squadra, la chiamo così perché non c’è più la Primavera nemmeno come stagione, dunque dicevo, l’eventuale innesto di un giovane verrebbe supportato dallo scheletro solido della prima squadra, dall’esperienza dei veterani e dalla sfrontatezza di alcuni degli ultimi arrivati, Dybala su tutti, prima di tutti e di tutto. Rugani ha dovuto attendere l’infortunio di Caceres per trovare posto contro il Genoa e proprio la partita di mercoledì ha ribadito la bocciatura di Hernanes. Perché se il brasiliano non gioca nemmeno in caso di strage e gli viene preferito Padoin, allora significa molto, forse troppo.

Allora si deve fare punto e a capo, pensando al 13 febbraio, dunque il Napoli, e al 23, cioè il Bayern, date chiave per farsi una ragione. La Juventus di tredici vittorie consecutive non ha bisogno di opinioni e di verdetti, è solida, è fortunata, è forte, è vincente ma è anche umana, dunque sono possibili cali, distrazioni, colpi di tosse e febbri improvvise. Allegri urla come un camallo ma non è questo il problema. C’è uno juventino che non è ancora capace di prendere in mano la squadra quando questa si trova in difficoltà: si chiama Paul Pogba, è giovane, viene definito un fenomeno, valutato come Neymar e Suarez ma continua a giocare con lo specchio tra le mani al quale chiede chi è il più bello del reame pallonaro. Ciondola, si lamenta, partecipa ogni tanto ma se vuole essere (ehmmm) il leader, deve darsi una svegliata. Più di lui lo è già e lo sarà definitivamente Dybala che mai si sottrae alla battaglia e al “gioco” anzi, è diventato il battitore libero dovunque e ha la disinvoltura di uno che frequenti la Juventus da un decennio. La personalità non si allena, come per il coraggio di don Abbondio, se uno non ce l’ha non se la può dare.

E’ paradossale ma Pogba dovrebbe imparare da Dybala, così come si affida a Evra il cui futuro contrattuale, per motivi anagrafici, resta in bilico come quello di Barzagli e di Lichtsteiner, uomini cardine del gioco juventino ma destinati a esaurire la loro carica e il loro incarico. Inutile pensare al mercato del futuro quando è il presente a soffiare sul collo. Juventus come gioventù (non scrivo giovinezza perché altrimenti a qualcuno verrebbe l’orticaria), fresca età e fresche idee, non trascurando comunque quando sia necessaria la maturità (dunque l’età) di chi conosce la storia di questo club, di chi l’ha studiata e assorbita. Il passato non può essere cancellato all’ufficio anagrafe. Il futuro va affrontato oggi, la Juventus scesa in campo in avvio contro il Genoa aveva un’età media di 28,18, appesantita da Buffon-Barzagli-Evra-Marchisio-Padoin ma non sono anche questi i punti di riferimento per i giovani virgulti? Romagna, Vitale, Clemenza, Favilli, gente sconosciuta a molti, come lo erano Marchisio, De Ceglie e Giovinco. Auguri e figli maschi.

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