Juventus, SuperMan(Dzukic): il cattivo con un cuore così

Anche quando non fa gol è importantissimo per Allegri perché riesce ad aprire varchi decisivi per i suoi compagni
Juve, Mandzukic si presenta

TORINO - E’ diventato importante anche quando non fa gol. Stiamo parlando di Mario Mandzukic, croato, tipo tosto, faccia da furbo, l’attaccante soprannominato SuperMario di cui Massimiliano Allegri non può fare a meno. In patria è paragonato ad Alen Boksic, altro grande del calcio mondiale. Mandzukic è un attaccante completo. Intelligente tatticamente e inarrestabile dentro l’area di rigore. Ha ottimi colpi, capace nel saltare il diretto avversario e in grado di svoltare la partita in qualunque momento grazie alla sua imprevedibilità. E soprattutto la sua intelligenza tattica ad aver permesso alla Juve non non sentire la mancanza di Tevez, per altro ben sostituito dal giovanissimo Dybala. Il croato è diventato un punto di riferimento per tutti. Fa a sportellate con gli avversari, prende botte, apre varchi, aiuta i compagni ad inserirsi. A volte con la sua forza fisica si porta via due o tre avversari permettendo ai compagni che si inseriscono di poter concludere in rete. E’ uno che si fa anche rispettare, non teme il contatto fisico, anzi il più delle volte si fa rispettare.

LUI E IL GOL - Segna tanto, comunque. Quest’anno in 24 presenze ha già realizzato nove reti, tutte importanti e improvvise, ed ha confermato di essere un numero uno. In Croazia stravedono per lui. Mandzukic, infatti, è stato il primo croato a segnare in finale di Champions League, il primo ad aver realizzato un triplete (il Bayern) con il proprio club, il primo ad aver realizzato una doppietta con la nazionale ai mondiali (contro il Camerum in Brasile). E anche in bianconero si sta confermando fondamentale. Quando è in condizione Massimiliano Allegri lo fa sempre giocare e gli altri ruotano attorno a lui. I risultati sono stati molto confortanti, Mandzukic ha sempre dato tutto e di più. L’unica nota un po’ stonata è che spesso si è infortunato. E questo, probabilmente, proprio perchè in campo non si risparmia mai. E qualche volta si arrabbia perchè non gli servono il pallone. Ma è fatto così, vuole sempre vincere.

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