Graziano Cesari: «La Juventus ruba? Basta! E' una roba da bar»

«Gli arbitri sbagliano, ma non esistono complotti. Mai visto malafede, solo incapacità di gestire le cose»
Graziano Cesari: «La Juventus ruba? Basta! E' una roba da bar»

> Buongiorno signor Cesari, siamo il peggiore Paese per la capacità di accettare l’umana natura degli arbitri?

«Ma no, siamo un Paese culturalmente molto interessato al lavoro degli arbitri, nel bene e nel male. Ma non è più solo una nostra prerogativa: in Inghilterra, storicamente refrattaria alle polemiche arbitrali, si stanno scatenando contro Atkinson e Clattenburg. In Spagna sono maniacalmente attenti alle designazioni e in Germania sono sempre più attenti agli errori».

> Viene facile la battuta: anche a quelli di Eriksson? Ma andiamo oltre, perché un arbitro sbaglia?

«Stanchezza, per esempio. Prendiamo Rizzoli: è arrivato al derby dopo aver arbitrato giovedì il Tottenham in Europa League, il viaggio e la stanchezza mentale incidono. E poi un arbitro può essere condizionato dalla difficoltà a concentrarsi per lo stress di una partita più sentita delle altre, per un errore che magari commette all’inizio della gara e poi condiziona tutto il resto. Anche, naturalmente, per colpa di giocatori poco collaborativi. E c’è l’aspetto psicologico: a volte uno si convince di una cosa che in realtà è accaduta in modo diverso. La capacità di arbitrare è un meccanismo perfetto che può essere messo in crisi da un granello di sabbia».

> Ha mai pensato che un errore fosse commesso in malafede?

«Mai. Mai pensato e mai constatato. Mai visto da nessuna parte. Incapacità a gestire le situazioni tanta, sudditanza psicologica un po’, malafede mai. E sinceramente mi fanno ridere i complottisti».

> Cos’è la sudditanza psicologica?

«Quella con cui ognuno ha a che fare nella vita quotidiana: quanti signorsì conoscete? Quante persone che subiscono il carisma di chi è più importante o potente? Ci sono arbitri coraggiosi e arbitri che lo sono meno, ma questo è nella natura dell’uomo. La sudditanza, tuttavia, è molto più legata ai giocatori famosi che alle squadre. Non ne farei un discorso di club, quanto di campione».

> Cosa pensa se le ripeto la frase più ascoltata nelle ultime 48 ore: «La Juve ruba»?

«E’ una fesseria da bar e la lascio volentieri ai bar da dove proviene. Seriamente, non posso accettare una frase di questo genere e non sono tifoso, non mi piace fare il tifoso e non voglio mai fare il tifoso. Come si fa, di fronte a una squadra che vince con il record di punti o da imbattuta, tirare fuori un concetto del genere se non per gelosia? La Juventus che giocava in Serie B o faticava negli anni successivi provocava molte meno polemiche, questo significa che il problema non è che “la Juve ruba”, ma che “la Juve vince” e vince tanto, quindi diventa antipatica e innesca ragionamenti distorti come questo. Non è una cosa seria associare gli errori arbitrali con il potere di certi club, gli arbitri sbagliano ma non per favorire qualcuno».

> E’ più difficile arbitrare la Juventus?

«No, perché un errore in una partita che vale la salvezza può essere altrettanto devastante. Certo, avrebbe meno visibilità sui media. Diciamo che la parte difficile di arbitrare la Juventus può arrivare il giorno dopo, considerata la cassa si risonanza che accompagna le partite dei bianconeri, come dell’Inter, del Milan e delle grandi squadre».

> E’ duro il “giorno dopo” avendo commesso degli errori gravi?

«Durissimo. E secondo me gli arbitri andrebbero aiutati di più. Ai miei tempi c’era una commissione di aiuto, con uno psicologo e un allenatore che era molto utile. Adesso ritengo che servirebbe un approccio ancora più professionale: preparazione mentale oltre che fisica. Non basta più avere i muscoli in forma, serve anche la testa. E ci vorrebbe più trasparenza, proprio per evitare i complottismi e le interpretazioni più folli».

> Come si ottiene più trasparenza?

«Per esempio parlando dopo le partite. Vi immaginate Rizzoli che va in conferenza dopo il derby e spiega il perché dei suoi errori e se ne assume le responsabilità? Metà delle polemiche morirebbero lì. Ripeto, ci sono tante ragioni per le quali un arbitro sbaglia e tra queste non c’è il fatto che ci sia la Juventus in campo».

> E la moviola in campo?

«Ottima. Un passo avanti. Pensate quanto è cambiato con una semplice bomboletta spray. O con la gol line tecnology. Sono certezze che aiutano e smorzano il nervosismo. E tutto è un po’ più facile».

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