Sospiro di sollievo: Dybala lascia l'Argentina. Martino: «Juventus, grazie»

I medici dell'Albiceleste definiscono out l'attaccante della Juventus: «Ha una lesione»

TORINO - La Juventus tira un sospiro di sollievo: i medici dell'Argentina "liberano" Paulo Dybala. Niente trasferta in Cile per le qualificazioni ai Mondiali del 2018 in Russia, niente Bolivia. Il ct Tata Martino, poi, vuole tenere buone relazioni con il club bianconero perché vuole portare la Joya ai Giochi Olimpici di Rio. Gli esami non hanno evidenziato criticità assolute, ma la scelta è di buon senso. Il ragazzo giovedì  tornerà a Torino per sottoporsi ad altri esami  e iniziare la fase riabilitativa. L'AFA ha emesso un comunicato dove parla di "lesione muscolare" (al bicipite femorale destro).  Martino dice: «Quanto accaduto con Dybala era prevedibile. La Juventus è stata gentile a mettere il giocatore a nostra disposizione ma è impossibile il suo recupero anche per la seconda delle due partite che ci attendono».

LODE AL BARCA - «Il Barcellona ha i calciatori migliori del mondo in questo momento e in attacco non c'è altra squadra al suo livello». Le parole sono di Paulo Dybala, intervistato dalla trasmissione spagnola "El Chiringuito de Jugones". L'attaccante della Juventus non nasconde la propria ammirazione per la squadra blaugrana e per il connazionale Lionel Messi, e si racconta. A cominciare dalle proprie origini: «Vengo da un paese molto umile, da dove non è facile emergere. Quando morì mio padre avevo 12 anni, purtroppo non ha fatto in tempo a vedere tutto quello che mi è accaduto. Non è più con me e questo mi intristisce, ma forse averlo perso così presto mi ha aiutato a maturare e a crescere».

JUVE, UN SOGNO - Alla Juventus è arrivata la consacrazione: «Arrivare in un club così importante è stato un sogno - ha continuato Dybala - un salto importante per la mia carriera. Non posso però rilassarmi, quando si gioca in un club come la Juventus non hai il tempo per farlo. Morata? Una gran persona, un amico. Mi scrisse dei messaggi prima di arrivare alla Juve, abbiamo una buona relazione. Lo prendo in giro perché in un Juve-Palermo mi stampò un calcione molto forte, ma era un fallo di gioco. Gli dico sempre che un giorno, prima o poi, glielo restituirò».

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