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TORINO - Paul Pogba - Golden Boy di Tuttosport nel 2013 - non è soltanto un ricamo sui prati di mezzo mondo, mentre il pallone si fa piacevolmente schiaffeggiare da un piedino dorato. Paul Pogba è tanto altro, perché se a 23 anni sei capace di provocare un quantitativo infinito di mal di testa in chi ha la sventura di capitarti a tiro, vuol dire che dietro l’esplosione di un talento mondiale c’è qualcosa che con il calcio ha poco o nulla da spartire. E allora avventuriamoci nei cinque segreti/curiosità che hanno reso possibile il Pogboom.
1) LA CRESTA - L’abbiamo visto “agghindarsi” con molteplici acconciature: cresta dorata, con disegni vari, dal pentagramma alle tre stelle, con o senza macchie di leopardo, Pokemon o Batman, di tutto e di più. Ora se l’è tagliata e pare che ciò possa certificare l’ultimo passo prima dell’ingresso definito e definitivo nel gotha dei migliori calciatori del globo.
2) IL BALLO - Eccola, la Pogdance, ormai un marchio di fabbrica del fenomeno Pogba. All’inizio del 2015 il francese lanciò sul web una sorta di sfida ai tifosi bianconeri. Il successo fu planetario, tutti ad imitare quel braccio che si alzava, mentre l’altro si protendeva a nascondere il volto, in una mossa a metà tra un Michael Jackson un pelino impacciato e un rapper ruspante, sulle note della celeberrima “Billie Jean”.
3) LA FAMIGLIA - Alla festa di Leo Messi per l’ultimo Pallone d’Oro, Pogba si presentò con mamma al seguito, pure lei contagiata (come il presidente Andrea Agnelli) dalla Pogdance.
4) IL PING PONG - «A nove anni non sapevo scegliere se il ping pong o il calcio. Poi mi ha stregato Ronaldo al Mondiale 2002». Da lì - aggiungiamo noi - nulla sarebbe stato più come prima.
5) LO SPONSOR - La firma con Adidas, che gli garantisce uno stipendio aggiuntivo all’ingaggio da giocatore (qualcosa come 4 milioni netti l’anno senza i bonus), ha accompagnato l’esplosione di Pogba nella stagione del quinto scudetto consecutivo.
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