TORINO - E' arrivato a Torino la scorsa estate con addosso il peso di due responsabilità importanti: non far rimpiangere l'idolo Tevez e dimostrare di valere i 40 milioni che la Juventus ha sborsato per strapparlo al Palermo. La prima stagione in bianconero volge al termine e si può affermare senza paura di essere smentiti che Paulo Dybala abbia vinto enrambe le scommesse, sostituendo Tevez nel cuore dei tifosi della Vecchia Signora e contribuendo in maniera determinante all'incredibile rimonta che ha permesso alla Juventus di vincere il quinto scudetto consecutivo: «Se dovessi paragonare la nostra rimonta ad un film? Mi piace molto Il Gladiatore. Come noi, Massimo Decimo Meridio non iniziò bene. Gli ammazzarono la moglie e il figlio. Ma con la sua forza interiore è riuscito a uccidere il Cesare. Era quello che voleva, così come noi volevamo lo scudetto a tutti i costi» , ha affermato l'attaccante argentino a GQ.
RAGAZZO TRANQUILLO - A soli 22 anni Dybala è già un campione affermato, un ragazzo che ha visto la sua vita cambiare molto presto: sono lontani i tempi di Laguna Larga, sua città natale, quattro strade, una farmacia e un campetto dove la Joya ha iniziato a sferrare i primi calci al pallone: «In realtà la mia vita è cambiata prima ancora di arrivare in Italia, quando avevo 15 anni mi sono trasferito a Cordoba, da solo, per giocare nell’Istituto. Cordoba è più grande di Palermo e Torino, quindi alle metropoli ero abituato. Il vero impatto è stata la partenza per l’Italia. Mi sono ritrovato a 11mila chilometri da casa a 17 anni».
I SUOI GOL - Tra tutti i compagni di squadra alla Juventus, Paulo sembra aver legato molto con Paul Pogba. I due si esibiscono spesso in esultanze particolari, tra cui la famosa Dab Dance, diventata marchio di fabbrica del centrocampista francese: «È roba di Paul, io gli sono andato dietro. Lui è sempre molto allegro, balla e canta. Un giorno, scherzando, ci siamo detti: “La prima volta che segneremo entrambi in una partita, esultiamo così”. È successo. E pare che sia piaciuto parecchio».
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