Calciopoli, Juventus al Tar: «Che almeno un giudice ci dica come sono andate veramente le cose»

Al termine del dibattimento il giudice ha deciso ce si dovrà attendere almeno 45 giorni perché il Tar del Lazio pubblichi la sentenza
Calciopoli, Juventus al Tar: «Che almeno un giudice ci dica come sono andate veramente le cose»

TORINO - «Che almeno un giudice ci dica le cose come veramente stanno». Nel dibattimento di oggi di fronte al Tar, c’è un passaggio illuminante di cosa significa Calciopoli oggi per la Juventus e il suo popolo. A Roma, davanti al presidente Germana Panzironi, si discuteva il famoso ricorso da 444 milioni che la Juventus vorrebbe dalla Figc come danni. Origine del ricorso la mancata decisione della Figc in merito alla richiesta di Andrea Agnelli di revocare lo scudetto del 2006 all’Inter, che lo aveva ricevuto a tavolino salvo poi finire coinvolta nello scandalo con la relazione Palazzi. Nel 2011 il procuratore federale aveva certificato gli illeciti dei nerazzurri, ma questo non era bastato per rivedere la decisione di Guido Rossi che nell’estate del 2006 assegnò all’amico Massimo Moratti lo scudetto revocato alla Juventus, condannata per le vicende di Calciopoli.


LA DISPARITA’ - Il gancio a cui la Juventus appende il ricorso, dunque, è solo la mancata decisione della Figc del 2011 (Abete e il consiglio federale si pronunciarono “incompetenti” a decidere), ma è un ampio excursus su Calciopoli e la «disparità di trattamento» ricevuta dal club bianconero ed emersa in seguito con le intercettazioni nascoste e con la visione più ampia dello scandalo scaturita dal dibattimento penale. Un excursus forse troppo ampio, tant’è che il presidente Germana Panzironi a un certo punto ha interrotto l’avvocato bianconero Luigi Chiappero dicendogli: «Ma questo dovete andarlo a dire alla giustizia sportiva, mica a noi…». E Chiappero ha sospirato: «Noi vogliamo che almeno un giudice dica le cose come stanno!». Come dire: al di là dei 444 milioni, quello che conterebbe più di ogni altra cosa è che la micidiale difesa delle teorie che portarono a Calciopoli, con un unico colpevole, vengano finalmente scardinate e si apra uno squarcio anche sull’altra verità dal quale scorgere, finalmente, quella indiscutibile «disparità di trattamento».


45 GIORNI - Al termine del dibattimento il giudice ha deciso ce si dovrà attendere almeno 45 giorni perché il Tar del Lazio pubblichi la sentenza sul ricorso che è stato discusso davanti alla prima sezione ter del tribunale amministrativo; i giudici hanno trattenuto in decisione il ricorso.

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