Ecco J-Village: alla scoperta della città della Juventus

Sede, campi, palestra, piscina, albergo, scuola e store: viaggio in esclusiva nel villaggio bianconero. La fine dei lavori è prevista entro dicembre 2017
Juventus Village: le foto in esclusiva

TORINO - I campi sono quattro, Massimiliano Allegri tuttavia potrà disegnarne anche uno solo enorme oppure otto più piccolini. L’ingegner Riccardo Abrate che sta facendo nascere lo Juventus Village parla, in ingegnerese, di «piastra d’erba di 35mila metri quadrati», ma si può più poeticamente immaginare un prato enorme, sul quale i giocatori bianconeri semineranno i loro sogni in attesa di veder crescere trionfi poco più in là, più o meno cinquecento metri, dove sorge lo Stadium. L’astronave bianconera vigilerà sulla cittadella juventina che sarà finita nel giro di un anno, rivoluzionando il modo di vivere di tutto il club, dalla società alla prima squadra. Ed eventualmente la seconda. Perché la Juventus non trascura nessun dettaglio e ha una concezione molto concreta anche delle proprie idee politiche: lo dimostra il fatto che il nuovo centro di allenamenti che sta sorgendo nella zona della Continassa già preveda l’esistenza delle seconde squadre, il progetto tecnico che Agnelli e Marotta stanno spingendo in Lega da tempo e che potrebbe anche vedere la luce nel giro di una o due stagioni. Nel caso, la Juventus avrà già lo spazio dove far crescere i talenti più giovani al fianco dei campioni, senza che gli uni disturbino gli altri, ma in modo che respirino l’aria giusta e, all’occorenza, possano compiere il fatidico passo che collega i corridoi dei due spogliatoi.

IMPATTO EMOTIVO - Il cuore pulsante della città juventina, in fondo, sarà il JTC, sigla alla quale conviene fare l’abitudine. Sta per Juventus Training Center: comprenderà i quattro campi già citati e un’enorme struttura piuttosto bassa nella quale ci saranno gli spogliatoi, gli uffici dello staff tecnico, quelli dello staff medico, sale per la visione dei video, per le terapie e i massaggi, una palestra avveniristica e una vera e propria piscina, dove sarà possibile non solo eseguire gli esercizi tipici della riabilitazione, ma anche svolgere allenamenti in acqua. Tutto con vista sullo Stadium che sarà al di là di un’enorme vetrata: tutto studiato, perché nei momenti del sacrificio con i pesi o dell’ansia durante un recupero da un infortunio, sia sempre chiaro l’obiettivo finale, posto anche fisicamente lì davanti.

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