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TORINO - Serpentina, cambio di marcia, diagonale vincente per di più col piede sinistro. Nel gol segnato all'Athletic Bilbao c'è tutto, o meglio, quasi tutto il repertorio di Pol Lirola Kosok. L'esterno spagnolo di proprietà della Juve che con la maglia del Sassuolo sta già confermando tutte le aspettative riposte in lui, dopo un anno e mezzo in Primavera da fuoriclasse della categoria. E a distanza, la coppia Marotta-Paratici già gongola pensando alla possibilità di avere realmente in casa il futuro della fascia destra, continuando a monitorarne la crescita in quel Sassuolo dal quale, dopo anni di approcci, alla fine non è mai arrivato Sime Vrsaljko. Non solo un giocatore di prospettiva, ma per quel che riguarda la Juve un autentico esempio virtuoso di quel che è il progetto di crescita del proprio settore giovanile.
Al di là dell'investimento effettuato per acquistarlo dall'Espanyol (circa 650 mila euro complessivi tra prestito oneroso e riscatto esercitato già dopo sei mesi), Lirola è arrivato alla corte di Fabio Grosso secondo un piano di evoluzione tattica ben preciso: trasformare un esterno d'attacco in terzino con qualità in fase di spinta e gestione del possesso palla, in pieno stile europeo. Non il solo caso, sicuramente il più riuscito. Da subito recettivo, dopo i primi sei mesi di ambientamento nella seconda parte del 2014-2105, è poi arrivata la consacrazione a livello giovanile nella scorsa stagione. E in estate alla corte di Max Allegri ha conquistato tutti: praticamente sempre in campo durante la tournée estiva, praticamente sempre positivo, il miglior modo per dire arrivederci alla Juve che proprio a ridosso del raduno di luglio aveva prolungato il contratto fino al 2020. Il giusto premio a un ragazzo cresciuto in maniera esponenziale dal suo arrivo alla Juve, tatticamente e tecnicamente, fino a dimostrarsi pronto nella nuova vita da terzino al momento del salto nel calcio dei grandi.
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