Champions League Juventus, l'editto di Zagabria: umiltà e sacrificio

L'allenatore richiama all'ordine e cambia registro: critica, giocatori (e società?) avvisati
Champions League Juventus, l'editto di Zagabria: umiltà e sacrificio© LaPresse

ZAGABRIA (CROAZIA) - Lo ricorderanno come il manifesto di Zagabria, perché quella di Massimiliano Allegri non è una semplice conferenza, ma la summa della filosofia della nuova Juventus, che deve basarsi ancora su umiltà, sacrificio, lavoro e, soprattutto, non cedere all'illusione che le difficoltà della stagione siano finite con l'apposizione delle firme durante il più sontuoso mercato della recente storia bianconera. Un discorso vigoroso e, soprattutto, affilato: una rasoiata alla superficialità di quelli che vanno in campo pensando di poter «vincere sempre 3-0» e che magari si deprimono perché all'intervallo sono ancora sullo zero a zero. [...]

ALLEGRI AL MAX: «NON ILLUDIAMOCI DI POTER VINCERE SEMPRE»

ZERO POLEMICHE - Ma quella di Allegri - ben inteso - non è polemica, perché non è il tipo che cerca rogne gratis, piuttosto è un editto promulgato soprattutto a uso e consumo della squadra, che in definitiva è l'unica cosa a interessargli veramente, perché è l'unica con la quale può conseguire le vittorie. «Sono un tipo pragmatico», ricorda il tecnico più di una volta mentre illustra in tre chiarissimi passaggi il circolo vizioso che può portare questa Juventus a non vincere quanto dovrebbe: «Ci si illude di poter vincere sempre facile, sempre 3-0. L'illusione crea superficialità. La superficialità crea l'errore». Tre gradini diretti verso l'inferno delle polemiche per il gioco brutto o per i risultati che non arrivano.

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IL PIANO DI MAX - E Allegri ha in mente un percorso piuttosto chiaro per arrivare a vincere ancora. Tutto parte dal ritrovare l'umiltà e la concretezza. Poi bisogna lavorare, e molto, sul campo di allenamento per amalgamare la squadra, inserendo i nuovi campioni «su un impianto di gioco già molto consolidato», spiega il tecnico, quasi a sottolineare che non esiste un campione che possa stravolgere il concetto tattico della Juventus, ma che nello stesso tempo bisogna adattare quel concetto tattico per «valorizzare al meglio il talento e la tecnica che hanno portato i nuovi». Non sarà un lavoro breve, perché si tratta di conoscersi in modo più approfondito e, alla fine, la Juventus è al completo solo da un mesetto. Al termine di questo reimpasto, la squadra potrebbe anche essere più bella e il gioco più godibile, nel frattempo Allegri non si formalizza nel vincere partite come quelle di Palermo, perché conosce la più universale delle leggi dello sport: «Nessuno si ricorda chi è arrivato secondo. Nessuno della finale di Berlino si ricorda dell'occasione di Tevez che poteva farci vincere, ci si ricorda che ha vinto il Barcellona. Stop».

CHIELLINI: «CONTA SOLO VINCERE A ZAGABRIA»

LA SVOLTA DI ZAGABRIA - A Zagabria, dunque, la Juventus potrebbe aver vissuto una svolta decisiva per la stagione. Al di là del risultato di questa sera, che può anche essere determinato da episodi favorevoli o sfavorevoli, quello che deve nascere nella trasferta croata è un'altra Juventus, anzi deve rinascere la vecchia Juventus con i nuovi giocatori. Se riesce questo piccolo grande miracolo sportivo, tutto potrebbe essere possibile, anche perché già molto prima di Allegri c'era già chi diceva che agli umili è destinato il regno dei cieli. Max si accontenterebbe della Champions League.

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