Khedira l'uomo ovunque della Juventus. Segna e fa segnare

Il tedesco più forte degli infortuni: è determinante. Un altro gol pesante che mette la strada in discesa
Sami Khedira (29 anni, centrocampista: 4 gol in campionato)© LaPresse

TORINO - Riecco Sami Khedira. Quello decisivo anche nei numeri, oltre che nella sostanza. Quella non gli è mai mancata, tanto da risultare sempre e comunque determinante, tanto che la differenza tra quando c'è stato e quando non c'è stato, in questi due anni, si è avvertita eccome. Ma per quanto siano luoghi comuni, in un momento che vede il mercato sempre al centro delle dinamiche bianconere soprattutto per quel che riguarda il centrocampo, ecco che dopo tre mesi di calcio giocato è proprio in questa stagione che si può apprezzare nel dettaglio l'importanza di un acquisto come quello di Khedira, titolarissimo nei fatti e non solo sulla carta dopo una stagione che ha visto Allegri costretto ad utilizzarlo col contagocce.

FORMA E SOSTANZA - Determinante anche con i numeri, con i colpi, sicuramente lo è stato contro il Pescara. Un gol, e che gol. Un assist. Sempre sull'asse Khedira-Mandzukic, a coronare una prestazione di primissimo livello a tutto campo: iniziata con una magia sulla fascia destra e proseguita da gigante autentico sul terreno dello Juventus Stadium. Un gol e un assist che incrementano il bottino stagionale, mentre il tachimetro gira son già tre i gol e due gli assist: praticamente la metà di quanto costruito nella già fruttuosa passata stagione. Ma a renderlo un autentico acquisto, un grande acquisto, su base biennale è quella presenza numero 15 su 18 partite a disposizione, contro le 24 della passata stagione. Un traguardo che in questa fase della stagione non toccava dal 2013-14, quando poi iniziò proprio il calvario con la rottura del legamento crociato. Un calvario che fa parte solo ed esclusivamente del passato quindi: Khedira ormai è un giocatore recuperato sotto ogni punto di vista, pronto a prendere per mano l'intera Juve nei momenti di difficoltà. Diventando anche bomber se necessario, reinventandosi interno a tutto a campo proprio com'è stato Arturo Vidal nella Juve di Conte ancor più che d'Allegri. Perché tre sono le reti segnate, molte di più sarebbero potute essere considerando le occasioni che il tedesco ha sempre avuto a disposizione anche nelle giornate di maggiore appannamento. Per una media che rimane di tutto rispetto nella sua avventura in bianconero fin qui: 8 su 40 presenze, una ogni cinque partite. Non proprio una media alla Vidal, ma qualcosa di molto simile.

HIGUAIN NON SEGNA, MA SI SDOPPIA

ORA CON DANI ALVES - Ad aver fatto bene anche e soprattutto a Khedira, intanto, è stata la sosta. Fondamentale per staccare la spina più a livello mentale che non soltanto fisico, con la passeggiata a San Marino prima del rientro anticipato a Vinovo che ha riproposto un Khedira rilassato e riposato in allenamento. Letteralmente dominante allo Stadium. Certo, contro il Pescara che è apparso ben poca roba. Ma un Khedira in formato deluxe non è di sicuro un caso né una grossa novità in questa stagione, soprattutto quando al suo fianco ha potuto gestire una fascia destra controllata da un esterno amante della linea laterale, come appunto sono stati Lichtsteiner e Cuadrado ieri sera. E nel finale della partita c’è stato finalmente spazio per un record autentico. Anzi due. Al posto di Mandzukic, al minuto 84, è entrato Moise Kean: il giocatore più giovane della storia bianconera a sedici anni, otto mesi e ventun giorni, cancellando quindi il record detenuto da Renato Buso che il 12 ottobre 1986 debuttava a sedici anni, nove mesi e ventisei giorni. Non solo, Kean è il primo nato negli anni 2000 a giocare in serie A.

FOTO - LE PAGELLE DI JUVENTUS-PESCARA

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