Juve, Higuain a ritmi da capocannoniere

Sette gol nelle ultime 5 partite: messaggio chiaro a Icardi e Dzeko. La media realizzativa sta tornando quella di Napoli
Juve, Higuain a ritmi da capocannoniere© LaPresse

TORINO - Sette gol nelle ultime cinque partite di campionato. Può bastare? Come quando giocava nel Napoli, meglio di quando giocava nel Napoli. E il bello è che adesso, alla Juventus, non ha una intera squadra che gioca per lui bensì, il culmine nella sfida di ieri contro la Lazio, altri tre attaccanti affamati di gol accanto. Eppure il Pipita non patisce: anzi, partecipa e favorisce l’abbuffata generale.

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Esultanza Emblematico il 2-0 di ieri. Nel primo gol - confezionato proprio da Mandzukic e Dybala - Gonzalo ci ha messo... l’esulanza. E non è un dettaglio da poco la partecipazione con cui l’argentino ha festeggiato le gesta di due giocatori che potenzialmente avrebbero potuto togliergli la scena. Nel secondo gol, invece, ci ha messo... la suola. E il tempismo, la potenza, il cinismo. Insomma, tutte le specialità della casa che contribuiscono a rendere Higuain uno dei bomber più prolifici a livello internazionale. Curiosità che deve far riflettere: quel pallone trasformato nella rete del 2-0 era il primo toccato in area dall’ex attaccante del Napoli. Banalizzando al massimo: una occasione, un gol. Rapace. Vien da chiedersi cosa succederebbe/cosa succederà nel momento in cui il feeling tra il Pipita e i compagni bianconeri arrivasse a livelli tali da produrre 4-5 palle gol a partita per il bomberone. Ma tant’è, per ora. I lavori sono ancora in corso.

Sacrificio Pure Higuain, come Mandzukic, Dybala, Cuadrado (e in generale la Juventus tutta), ci ha dato dentro in termini di sacrificio e disponibilità. Lo abbiamo visto rinculare a recuperare palloni (le statistiche in fase di non possesso: tre contrasti, un fallo fatto, due palloni recuperati) e lo abbiamo visto sbattersi, muoversi e decentrarsi per fornire supporto ai colleghi di reparto. Ancora nella mente più o meno di tutti una verticalizzazione che ha messo Dybala a tu per tu con Marchetti, ad inizio ripresa.

Volere e potere E tutto questo per un motivo molto semplice: «Sappiamo che si può giocare così, in modo molto offensivo e con tanti attaccanti. Bisogna sacrificarsi, ma è sicuramente un’ottima soluzione».

Solo l’inizio Prosegue il bomber: «Dubbi dopo Firenze? No: al limite i dubbi erano venuti a voi all’esterno, non a noi... Noi eravamo e siamo tranquilli e fiduciosi. Sapevamo che dovevamo fare la nostra gara contro la Lazio, sapevamo che era difficile. Sapevamo che dovevamo fare lo sforzo consueto con un nuovo modulo per vincere, e l’abbiamo fatto. Quelle tecniche, ovviamente, sono sempre scelte del mister: da parte nostra, l’importante è dare una buona risposta. Speriamo di avere imboccato la strada giusta, una strada che dobbiamo continuare a percorrere. Al di là del sistema di gioco, comunque, ciò che conta davvero per noi è continuare così, continuare a lavorare, a metterci impegno. Facendo un passo dopo l’altro. Contro la Lazio abbiamo preso tre punti importanti, adesso pensiamo alla sfida di mercoledì contro il Milan».

Nuova sfida Già, una nuova cartina di tornasole. Una tappa fondamentale e imprescindibile per dare seguito alla soddisfazione per il successone di ieri. Ergo, provare a dare continuità e sfatare una volta per tutte quello che altrimenti rischierebbe di diventare un vero e proprio tabù-Milan.

 

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