TORINO - Gianni Agnelli moriva il 24 gennaio 2003 nella sua Torino, lasciando, tra le tante realtà di cui era protagonista, un vuoto incolmabile soprattutto nella Juventus. La sua Juve, il club da sempre legato alla Fiat, la casa automobilistica che nel '900 ha intrecciato la sua storia con quella della famiglia Agnelli. E quando al vertice dell'azienda è arrivato l'Avvocato, il binomio (che sarebbe poi un trittico, se si considera anche la Ferrari) si è evoluto in una specie di immedesimazione totale. Gli operai che si trasferivano nella città del Lingotto per lavorare alla Fiat, ed in genere tanti di coloro che si spostavano progressivamente dal Sud Italia per motivi di lavoro, hanno costruito la base di quella che è diventata la squadra con più tifosi in Italia: "Tra gli anni Cinquanta e Sessanta quando i flussi migratori al Nord erano cospicui, tanti meridionali hanno proprio scelto Torino per poter vedere in azione la Juventus - disse una volta Agnelli -. Per molti ammirarla dal vivo è sempre stato un sogno".
STORIA DEL LOGO DELLA JUVENTUS DAL 1897 AD OGGI
Quattordici anni senza l'Avvocato. https://t.co/ecE7NNzz4g pic.twitter.com/yLKrRQOmaK
— JuventusFC (@juventusfc) 24 gennaio 2017
RICORDO - Gianni Agnelli della Juve non è stato solo, per anni, il presidente, ma anche e soprattutto il primo tifoso. Estimatore di tutti i più grandi campioni juventini, da Sivori a Platini, da Roberto Baggio a Del Piero, l'Avvocato ha incarnato lo spirito e l'essenza della società bianconera. Quella che oggi ne omaggia i 14 anni della scomparsa con un breve ricordo sul sito ufficiale del club: "Amava la Juve, amava il calcio e il bel gioco, l’Avvocato. E domenica, quella contro la Lazio è stata proprio una di quelle partite che gli sarebbero piaciute, con una splendida cornice di pubblico, spettacolo e grandi azioni in campo."