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PORTO - Se questa sera la Juventus dovesse vincere o portare a Torino un buon risultato per il passaggio del turno (tipo un pareggio con gol), l'esclusione di Bonucci dalla partita avrebbe effetti collaterali molto interessanti e sicuramente positivi. Il messaggio che arriverebbe al gruppo sarebbe quello di una squadra che è in grado di rinunciare a uno dei suoi giocatori più forti e vincere lo stesso in Champions League. Non solo l'allenatore e la società ne uscirebbero rafforzati, ma anche l'autostima del gruppo ne guadagnerebbe, con la prova provata che la solidità tecnica permette di attutire anche le assenze più pesanti. Per di più autoinflitte. Lo stesso Bonucci, vedendo i suoi vincere senza di lui, moltiplicherebbe le sue già consistenti motivazioni e Allegri forse non si ritroverebbe un amico per qualche serata in allegria, ma certamente un giocatore deciso a dare tutto fino alla morte per riconquistare il suo ruolo (non solo tecnico, ma anche morale) all'interno della Juventus.
SE PERDE - Se questa sera la Juventus dovesse perdere, l'esclusione di Bonucci potrebbe portare qualche effetto collaterale indesiderato. Tra i tifosi, che già ieri si dividevano fra quelli ispirati da una pragmatica realpolitik («A Bonucci non ci rinuncio, è autolesionismo») e quelli che invece approvavano la questione di principio, ci sarebbe una sollevazione e molti criticherebbero l'opportunità di aver concesso al nemico un vantaggio così grande. Allegri e la sua scelta finirebbero nel mirino, al pari della società che l'ha appoggiata, tuttavia all'interno della squadra resterebbe comunque il segnale inviato dai vertici juventini: qui non si sgarra. E l'eventuale sconfitta non toglierebbe forza, anzi ne aggiungerebbe, perché i giocatori avrebbero la sensazione che il club è disposto anche a gestire una sconfitta, pur di far rispettare le regole.