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Non c’è nulla di strano o vagamente chimerico se la Juventus punta altri top player per rafforzare una rosa già nerboruta. Lo testimonia la storia dell’ultimo mercato estivo che ha visto Beppe Marotta e Fabio Paratici piombare su Miralem Pjanic e Gonzalo Higuain, trascinati non dal capriccio di infastidire le rivali scudetto, ma da una precisa esigenza tecnico-tattica: la mediana mancava di inventiva, l’attacco di quell’incisività che soltanto un cannoniere di pedigree mondiale avrebbe saputo garantire. Ecco perché i dirigenti bianconeri non si faranno alcun problema nell’approfondire piste solo in apparenza impraticabili. Così si spiegano le ripetute attenzioni nei confronti di Federico Bernardeschi, astro nascente del calcio non soltanto viola o verdebiancorosso, ma di prospettiva internazionale.
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E non c’è alcuna ritrosia juventina nell’informarsi (poi magari approfondire) sulla situazione di determinati giocatori, malgrado la loro appartenenza a club storicamente rivali dei bianconeri. La Roma s’è vista obbligata a vendere Pjanic, il Napoli a lasciar andare Higuain. Questione di clausole inserite nei rispettivi contratti. E siccome anche la Fiorentina sta ragionando in termini simili in merito al rinnovo del gioiello carrarese (fermo restando che sull’entità della stessa non c’è intesa con l’entourage del ragazzo), il club campione d’Italia sta alla finestra. Tutto normale, tutto orribilmente ordinario per chi può permettersi investimenti “assurdi”. Chiaro, orribilmente per gli altri che forse temono altri “sgarbi”...