I colpi di Marotta: tra Rampulla e Higuain. E pure Vieri!

Inizia a Varese, poi va al Monza dove scopre Di Biagio e vende Casiraghi a Boniperti. Quella volta che fece arrabbiare Sibilia
I colpi di Marotta: tra Rampulla e Higuain. E pure Vieri!© Pegaso Newsport

TORINO - Da Rampulla a Higuain, passano 37 anni di trattative, firme e colpi: una vita di mercato iniziata con la scoperta di un portiere che giocava fra i dilettanti in Sicilia e che ha finito per vincere la Champions League con la Juventus e giunta al, momentaneo, culmine dell’acquisto più costoso del mercato italiano di sempre, strappando il centravanti capocannoniere al Napoli pagando la clausola da 90 milioni di euro. Beppe Marotta era più giovane di Dybala quando da dirigente del Varese acquistò Rampulla dalla Pattese, intuendo che il ragazzo aveva dei numeri. E da lì ha inanellato una serie di operazioni, sempre all’insegna dell’intuito o della capacità negoziale, con la quale è abituato a levigare le situazioni più scabrose, uscendone spesso vincente, sorridente e, soprattutto, calmo. E dire che ha provato anche affari piuttosto spericolati, come quando - sempre dalla scrivania del Varese - cedette Mastalli all’Avellino di “Don” Antonio Sibilia, salvo poi ripensarci di fronte a un’offerta superiore (300 milioni di lire in più) di Massimino, leggendario presidente del Catania. Così a un passo dalla firma convince il giocatore e chiude con un blitz dando il giocatore al Catania. A distanza di anni ricorderà ridendo: «Sono sincero: ho avuto paura per la reazione di Sibilia, ma poi ho ricomposto con lui».

Dal Varese passa al Monza, dove il suo colpo è Luigi Di Biagio, che nel 1989 arriva dalla Lazio. Con la giacca dei brianzoli è anche protagonista del suo primo vero incrocio con la Juventus: la cessione di Casiraghi. La trattativa con Boniperti rischia di intimidirlo, ma alla fine spunta le sue condizioni. E chissà se quel giorno capisce che è destinato a entrare nel ristretto numero dei grandi dirigenti del calcio italiano. Nella Hall of Fame di Coverciano, infatti, è insieme a Boniperti, Berlusconi, Moratti, Galliani e Ferlaino: un riconoscimento che vale come un Pallone d’Oro per dirigenti. Dal Monza passa al Como, in un suo personale Giro di Lombardia, e con i lariani prende Seno e Bressan, pure loro destinati a una bella carriera, mentre fra i giovani valorizza un certo Zambrotta. Nel 1993 lascia la Lombardia e passa al Ravenna, dove fra gli altri acquista un giovanissimo Christian Vieri, preso dal Toro di Goveani. Dal Ravenna passa al Venezia di Zamparini, dove le sue perle sono l’acquisto di Recoba (con una delle prime formule “alla Marotta”: prestito con diritto di riscatto) e la cessione di Taibi al Manchester United di Sir Alex Ferguson. Dopo il Venezia c’è l’Atalanta, per due anni dal 2000 al 2002, passati più a valorizzare il vivaio che ad acquistare giocatori. Poi la Sampdoria, dove inizia la sua consacrazione nel panorama dirigenziale italiano. Di quegli otto anni ha un ricordo appassionato e il suo legame con la città resta indissolubile e non solo per i colpacci Cassano (a costo zero) e Pazzini. Poi, la Juventus, che è gloriosa cronaca.

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