Taglialatela: «Juve m...? Non torno indietro». Interviene la Bindi

Il deputato membro della commissione antimafia ribadisce la sua posizione e aggiunge: «Gli arbitri sono sponsorizzati dalla Fiat»
Taglialatela: «Juve m...? Non torno indietro». Interviene la Bindi

TORINO - L'onorevole Taglialatela ribadisce il concetto in radio. Con tanto di intervista alla "Zanzara", dove è tornato a proposito degli ultimi eventi legati al rapporto Juventus-Ultras: «La storia di Agnelli? Da parte della società è stato sottovalutato - nella migliore delle ipotesi - il ruolo dell'indagato per reati così gravi come quello dell'appartenenza alla 'ndrangheta. Agnelli deve essere punito? A me non interessa. Il calcio deve fare i conti con quello esiste, ovvero la sottomissione nei confronti degli ultras. E' vero, non sono un soggetto idoneo a essere considerato al di sopra delle parti...». Cruciani, conduttore di Radio 24, infatti lo incalza: «Parla di ultrà ma lei ha una sciarpa con scritto "Juve m...". Non mi sembra un messaggio di pace». Il deputato di fede azzurra risponde: «Dal punto di vista della passione, sono un ultras del Napoli. Dire Juve m... è una cosa che diverte dal punto di vista calcistico. Lo canto quando lo merita. Ma non ha nulla a che vedere con i cori di Salvini contro la città di Napoli e contro i suoi abitanti vittime di pregiudizi». Ancora Cruciani dallo studio: «Lei però è un rappresentante delle istituzioni, non può mostrare messaggi del genere». La risposta finale: «Quando se lo merita sì. Come quando ci sono dei favori arbitrali, alla Juve sono stati revocati scudetti. Quello che è accaduto nel passato, secondo lei, non può accadere nel presente? La Juve riceve favori arbitrali, gli arbitri stringono le mani, abbracciano i giocatori. Non è un bel modo di vedere. Gli arbitri sono sponsorizzati dalla Fiat e prendono soldi. L'Aia ha una sponsorizzazione che fa capo alla Fiat, si informi. E' un elemento che sarebbe meglio evitare».

CONFERMA -  "Chi si comporta in un determinato modo merita quel tipo di giudizio. A me pare una verità lapalissiana non sono io a aver revocato due scudetti alla Juve". Così il deputato Marcello Taglialatela (FdI), componente della Commissione Antimafia, torna sulla frase "sono un ultrà del Napoli e canto Juve m..." pronunciata ai microfoni de La Zanzara. "Non faccio un millimetro di passo indietro riguardo a questo giudizio che non è mio ma della giustizia sportiva. Io non rinnego nulla, chi si dovrebbe vergognare è chi ha corrotto o condizionato gli arbitri", aggiunge. "Non ho fatto dichiarazioni contro la Juve e poi una cosa sono gli insulti sportivi altri gli insulti razziali. Una squadra che ha per effetto di una sentenza una revoca di scudetti per me merita quel tipo di appellativo quando commette quelle cose". Il parlamentare annuncia querele contro quei giornalisti "che hanno dato giudizi senza sapere come sono andate le cose. Io - conclude - faccio dichiarazioni quando penso che ci sono dati oggettivi ed un dato oggettivo c'è la revoca di scudetti. Comunque la vicenda Juventus davanti all'Antimafia non è finita", conclude. 

INTERVIENE LA BINDI -  "Le parole dell'on. Taglialatela sulla Juve sono gravi e inutilmente offensive anche verso la serietà e l'impegno del lavoro della Commissione Antimafia": così la presidente dell'Antimafia, Rosy Bindi, da Madrid, sulle affermazioni del deputato di FdI. La Commissione Antimafia sta compiendo una inchiesta relativa ai rapporti tra Juventus e ultrà. 

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