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TORINO - Non giocherà, ma Pescara-Juventus per lui non sarà una partita come le altre. Simone Pepe a Torino ha vissuto i cinque anni più importanti della propria carriera, stagioni di successi di squadra e soddisfazioni personali. La gara di sabato contro la sua ex squadra è l'occasione per ripercorrere quegli anni. A cominciare dal perché di quel soprannome "er chiacchera": «Non stavo zitto un secondo, nello spogliatoio ero un "cazzarone" - racconta in una lunga intervista al quotidiano Il Centro -. Conte mi diceva che fuori dal campo potevo dire quello che volevo, ma quando si lavora in allenamento massimo silenzio. Io invece rompevo e scherzavo con tutti anche durante lo stretching. Conte è l'allenatore più forte che ho avuto, è stato il mio maestro. Sa come si parla ai giocatori, sa come si tira fuori il massimo e tatticamente ti spiega tutto nel dettaglio. È allenatore, preparatore atletico e psicologo, con lui eravamo una macchina da guerra».
ALLEGRI - Le differenze con Massimiliano Allegri? «Allegri è meno severo di Conte, ma è stato bravissimo a gestire la squadra. Ha portato le sue idee ed è stato molto intelligente a saper toccare le corde giuste».
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TANTI AMICI E TATUAGGI - Con molti suoi ex compagni di squadra è rimasto molto amico: «Bonucci, Chiellini, Barzagli, Tevez, Storari. Con Chiellini siamo amici di famiglia, siamo molto legati. Quanta Juve c'è nei miei tatuaggi? Parecchia. Ci sono le date degli scudetti. I tatuaggi rappresentano la mia vita: figli, hobby, il golf, il fungo di SuperMario. Ero fissato con quel videogioco».
BENZINAIO - «Senza calcio avrei fatto il benzinaio. Da ragazzino volevo fare quel mestiere perché vedevo sempre i benzinai con il portafogli pieno...», ha concluso Pepe.