Da Krasic a Grygera, da Martinez a Bendtner: le meteore della Juventus

Storie di bianconeri che non hanno lasciato il segno
Da Krasic a Grygera, da Martinez a Bendtner: le meteore della Juventus

TORINO - «Torino non mi è mai piaciuta, mi divertivo di più a Mosca. Conte è un grande tecnico e leader, ma non ho mai capito perché non puntò su di me», dice Milos Krasic sbucando da una pagina di Internet. E il tifoso juventino recupera ricordi, illusioni, incubi e una domanda: «Ma dove diavolo è finito Krasic?».

Te lo ricordi? Al Lechia Danzica, in Polonia, quest’anno 10 presenze e un gol, dopo essere passato dal Fenerbahçe e dal Bastia. Non un’irresistibile scalata al successo per il velocista serbo. Ma a quel punto la memoria rovista nella galleria delle meteore bianconere e parte la giostra. E invece Elia? Te lo ricordi Elia? L’ala che doveva far volare la Juventus di Delneri? Decollo difficile (4 presenze, 0 gol) e poi Werder Brema, Southampton e ora Feyenoord, dove gioca e segna (24 partite e 8 reti). Della sua carriera in bianconero restano tracce sui social network, di cui era un maniaco prima che lo diventassero più o meno tutti i giocatori. Mitico il suo sbarco in sede, un dirigente gli consiglia: «Elia, vacci piano con i social». L’olandese annuisce ed esattamente cinque minuti dopo posta una sua foto con lo sfondo di un’immagine con Giovanni Agnelli, appesa in un corridoio. Messaggio ricevuto. E Motta? Marco Motta gioca ancora? Certo, nell’Almeria (Liga 2 spagnola), dopo un peregrinare che archiviata la Juventus lo ha visto passare da Catania, Bologna, Genoa, Watford e Charlton. Passò anche nella Juventus di Conte, presenza fissa in panchina e “vittima” delle prime parodie contiane degli Autogol.

Purtroppo... Ma a questo punto la curiosità diventa vorace. Google è bombardato: Christian “purtroppo” Poulsen? Ritirato (ultima squadra il Copenaghen), a tutt’oggi il fatto che qualcuno fra dirigenti e allenatore dell’epoca lo preferisse a Xabi Alonso è uno dei crimini peggiori della storia bianconera. E Zdenek Grygera? L’amico di Pavel Nedved si è ritirato quattro anni fa per un grave infortunio al ginocchio: sfortunato, stava giocando benino nel Fulham. E Armand Traoré, il terzino fantasma che arrivò dall’Arsenal in prestito all’ultimo giorno del mercato del 2010? Della Juventus ha conosciuto più i medici che i compagni e oggi, dopo un quinquennio al QPR, giochicchia al Nottingham Forest nella serie B inglese.

Codici fiscali Dai file spunta Olof Mellberg, terzino destro della Juventus che trascinata da Del Piero vinse 2-0 al Santiago Bernabeu con una formazione davvero più improbabile. Si è ritirato tre anni fa, dopo Olympiakos, Villarreal e Copenaghen. Oggi allena il Brommapojkarna, la squadra codice fiscale dove aveva iniziato Albin Ekdal, il promettente ed efebico centrocampista arrivato diciottenne alla Juventus e ora all’Amburgo, dopo aver infranto parecchi cuori a Siena, Bologna e Cagliari.

Nicklas e Jorge Ma come nei grandi concerti, i pezzi forti si tengono per il finale. Ed ecco spuntare il ciuffo biondo di Nicklas Bendtner, il bomber che insieme alla medaglia (a dire il vero, poco meritata per lo scudetto 2013) rimediò il numero di telefono della hostess il giorno della premiazione allo Stadium e la stima imperitura di milioni di juventini maschi, oggi gioca nel Rosenborg, dopo aver bazzicato le ragazze di Wolfsburg e Nottingham. E poi lui, il simbolo della meteora: Jorge Martinez. Oggi il Malaka gioca ancora nella Juve. Un’altra naturalmente, ma si vede che il destino quello gli aveva riservato. E’ la Juventud de Las Piedras, in Uruguay, dove quest’anno ha collezionato una presenza.

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