Juventus, Buffon: «Volevo ritirarmi, ma Agnelli mi ha fatto cambiare idea»

La rivelazione del portiere: «Avevo detto che se non avessi preso gol con il Barça sarebbe stato giusto smettere a giugno, poi il presidente mi ha convinto». Sulla semifinale di Champions: «Monaco fortissimo, Mbappé è il nuovo Henry»
Buffon (4 milioni)© www.imagephotoagency.it

TORINO - Tra le squadre presenti nell'urna il Monaco, sicuramente, era quella meno temibile. Le spagnole fanno più paura, è vero, eppure la squadra di Jardim ha dimostrato di poter competere con le big europee. Il fatto che sia arrivata tra le quattro più forti non è un risultato da sottovalutare. Dalla sua, inoltre, ha talenti quali Mbappè, un 18enne che, nonostante la giovane età, ha dimostrare di poter sostenere match importanti. Tanti fattori, dunque, da non prendere sotto gamba e lo sa bene Buffon che, parlando a UEFA.com, rivela: "Verso il 30’ della partita che giocarono con il City in trasferta, mandai un messaggio a un mio dirigente dicendogli: 'Guarda che questi possono arrivare in finale, sono fortissimi'. Questo ti fa capire quanto li rispettiamo e il loro valore. Non sono una squadra arrivata in semifinale per caso”.

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ANALISI DA NUMERI 1 - “Giocano un calcio molto propositivo, vivace, è una squadra brillante, una squadra fisica, che ha qualità e in alcuni elementi anche tanta esperienza - ha analizzato il capitano della Juventus -. Sappiamo che se vogliamo guadagnarci un’altra chance per vincerei la Champions dobbiamo superare un altro ostacolo che sul campo è duro quanto il Barcellona. Poi magari a livello di notorietà non viene considerato come il Barcellona. Il problema è che il campo ha detto di sì”.

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MURO DA CHAMPIONS - Solo due gol subiti nell'intera competizione e nessuno nella fase a eliminazione diretta. Né col Porto e nemmeno col Barcellona. E se il tridente delle meraviglie formato da Neymar, Messi e Suarez faceva paura, altrettanta ne fa la coppia d'attacco Falcao-Mbappè. Sul 18enne Buffon parla così: "E’ del 98 vero? Avevo fatto già il Mondiale in Francia quando è nato. E’ il bello della vita, il bello di essere longevi. Il poter incontrare ragazzi che non erano ancora nati quando tu avevi già una parte di carriera vissuta alle spalle. Facevo due pensieri l’altro giorno - continua -, sono riuscito a collegare quasi tre generazioni. Giocavo con quelli nati negli anni '50 e '60 e finirò con quelli nati dopo il 2000. E’ un arco temporale enorme. E' molto stimolante, sapere di giocare contro i futuri Messi, Cristiano Ronaldo, Neymar. Magari tra 10 anni, quando avrò smesso, questi saranno dei campioni affermati e avrò sempre il ricordo di averli affrontati all’alba della loro carriere”.

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FUTURO PROSSIMO - "Mbappé è un talento incredibile, mi sembra anche un ragazzo a posto, un ragazzo per bene e questo lo aiuterà molto nella sua carriera che gli auguro di essere davvero luminosa. Se lo sarà, non avrà questa esigenza così forte di passare il turno contro di noi. Avrà tante altre possibilità in futuro di vincere questo trofeo".
In lui Buffon rivede un certo Thierry Henry: "Le caratteristiche sono simili, dal giocare col Monaco agli inizi della carriera alla corsa molto facile, snella elegante. Probabilmente a questa età ha una facilità ancora maggiore di andare a rete. Segna con una costanza incredibile e a questa età non è facile avere questo cinismo e questa lucidità sotto porta".

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ESPERIENZA VS GIOVINEZZA - La storia del Monaco non racconta grandi sfide da Champions, la squadra monegasca ha raggiunto la finale una sola volta, nel 2004, persa poi contro il Porto di Mourinho. La Juventus, invece, alle finali è più abituata, ma sulla strada per Cardiff ci sono ancora 180 minuti e nulla è da dare per scontato. A tal proposito: “Tutti gli elementi di una sfida sportiva sono decisivi. Sicuramente l’esperienza è un ingrediente che peserà anche in questa gara. Ma potrebbe pesare anche l’entusiasmo e la follia della gioventù che hanno loro. Potrebbe non attanagliarli e farli giocare la gara con entusiasmo e poca coscienza. Cosa che in gare molto tirate ti può aiutare”. conclude il capitano bianconero, uno che a 16 anni fermava uomini come Roberto Baggio.

«VOLEVO RITIRARMI» - Buffon pensava di smettere di giocare a giugno dopo essere rimasto imbattuto nei 180' con il Barcellona, ma Andrea Agnelli l'ha convinto a cambiare idea. Lo ha rivelato il portiere in un'intervista a Sky Sport. "Per la seconda volta sono venuto meno alla mia parola d'onore - ha spiegato sorridendo -: avevo detto che se non avessi preso gol con il Barcellona sarebbe stato giusto smettere a giugno. L'ho dovuto dire al presidente e lui: 'Ogni tanto nella vita si dicono cavolate, non ti preoccupare, vai avantì". "Dopo le parole del presidente, quindi, - ha proseguito Buffon - ho dovuto ritrattare nel mio intimo. Il presidente, che ha più esperienza di me, mi ha dato un buon consiglio". Tornando sugli zero gol concessi ai blaugrana, "è stata una grande soddisfazione - ha detto ancora il portiere bianconero - perché l'ho condivisa con i ragazzi della difesa e tutti gli altri che si sono spaccati in quattro affinché uscissimo indenni da queste due gare".

 

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