Agnelli: «Dominello? Mai incontrato da solo». Bindi, auguri alla Juventus

La presidente della Commissione Antimafia: «Complimenti per la vittoria di Coppa Italia e auguri per la prossima finale di Champions»
Agnelli: «Dominello? Mai incontrato da solo». Bindi, auguri alla Juventus© www.imagephotoagency.it

ROMA - «Complimenti ad Agnelli per la conquista della Coppa Italia e gli auguri per la prossima finale di Champions League». La presidente della Commissione d'inchiesta parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, esprime così le sue congratulazioni al presidente della Juventus per il trofeo nazionale vinto ieri contro la Lazio e gli auguri per la finale di Cardiff da giocare contro il Real Madrid. Aprendo l'audizione del numero uno bianconero sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel mondo del calcio emerse dall'inchiesta 'Alto Piemonte’ della Procura della Repubblica di Torino, Bindi ha quindi aggiunto rivolgendosi ai membri della Commissione: «Con questo credo di esprimere il sentimento di tutti, altrimenti mi assumo io la responsabilità», ha aggiunto Bindi.

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COPPA ITALIA - «La ringrazio per i complimenti, che trasferisco non solo al mister e ai giocatori, ma anche a tutte le donne e gli uomini che lavorano per la nostra società, una realtà che ha raggiunto i 700 tesserati – le parole di Agnelli -. Un successo che è frutto di un percorso che dal 2010 a oggi ci ha reso estremamente orgogliosi per i risultati raggiunti fuori e dentro il campo».

IL QUADRO - «È emerso fin qui un quadro che presenta seri elementi di preoccupazione sotto molti punti di vista, non da sottovalutare come hanno dimostrato recenti fatti di cronaca. Obiettivo della commissione è sensibilizzare tutti i soggetti coinvolti e proporre le più opportuni soluzioni in Parlamento - dice Rosy Bindi -. A noi interessa capire la lettura che Agnelli dà dei fatti che si sono verificati, che lettura dà di quella realtà, a noi sta a cuore la consapevolezza. Ci interessa capire se la società si è interrogata sul perché è successo questo, di chi sono le responsabilità, quali sono i rimedi. Vogliamo capire che parte intende giocare nella federazione nazionale perché non si verifichi più quello che si è verificato nel circuito della società e anche in altre realtà».

MAI DA SOLO - «Non ho mai incontrato Rocco Dominello da solo» ha dichiarato Andrea Agnelli in Commissione Antimafia, aggiungendo di ricordare 3-4 incontri. «Una volta in una cena ad Asti con centinaia di tifosi, una volta nei miei uffici con tutti i tifosi, un'altra volta è venuto con Germani in sede per gli auguri natalizi, una volta presso i miei uffici in Lamse con Alessandro D'Angelo in una delle occasioni in cui ho incontrato tutti i tifosi. Mai nessuno ha avuto il dubbio, prima dell'indagine torinese, che Rocco Dominello potesse essere qualcosa di diverso da un semplice ultras. Ribadisco che se ho incontrato Dominello può essere stato nell'ambito di un consesso di tifosi ed è pacifico che se non solo io ma tutti i miei dipendenti avessero saputo, quello che oggi è emerso, mai avremmo avuto rapporti con lui - ha proseguito Agnelli -. Il grado di autonomia operativa di D'Angelo e Merulla e del loro dirigente Calvo era totale avendo io a suo tempo impartito le linee generali, vale a dire che Juventus emettesse abbonamenti o biglietti solo a pagamento, annullando omaggi, previa regolare presentazione dei documenti necessari per l'emissione dei tagliandi. Calvo ha sempre operato con delega piena e nel rispetto delle procedure. I miei dipendenti D'Angelo, Merulla e l'allora dirigente Calvo hanno sempre ritenuto di rapportarsi solo ed esclusivamente con soggetti facenti parte del tifo organizzato». Infine Agnelli ha chiarito di aver deciso «in genere all'inizio di ogni annata calcistica, di incontrare i rappresentanti» dei tifosi e dei gruppi ultras, «in modo da raccogliere le istanze che da quel settore dello stadio provenivano in modo che anche questa parte della tifoseria particolarmente calda non si sentisse discriminata, con il rischio che creasse problemi di ordine pubblico».

LEGGE PISANU - «Siamo sicuri che la legge Pisanu, che permette la vendita ad una singola persona di 4 biglietti al massimo, risponda all'esigenza sociale del pubblico e che per spostarsi deve organizzarsi in gruppi? Certo se si procedesse ad una deroga o ad una modifica della normativa - ha spiegato Agnelli - essa dovrebbe comunque prevenire le truffe o l'accaparramento a fini speculativi dei tagliandi, ma è comunque una riflessione che va fatta. Che questa mia prima riflessione non suoni come un alibi rispetto al procedimento attualmente in corso presso la Figc nei confronti della Juventus. Se ci sono state irregolarità, esse dovranno essere sanzionate in modo adeguato e definendo con precisione le singole responsabilità, auspicabilmente in un processo giusto ed equilibrato tra accusa e difesa».

MAI MINACCE - «Mai subito minacce da ultrà e mai pensato a Dominello come operativo» ha detto il presidente della Juventus rispondendo alle domande del presidente del comitato mafia e sport, Marco Di Lello, e del senatore Pd Giuseppe Lumia.

STADIO - «Bagarinaggio? Siamo stati colti di sorpresa nel dover gestire uno stadio troppo piccolo, sempre tutto esaurito ogni domenica. Se penso alla finale di Champions che andremo a giocare con orgoglio a Cardiff, vado online e trovo biglietti a 3 e 5 mila euro. Prezzi che sono assurdi» ha aggiunto Agnelli lamentando il fatto che «eventi come la finale Champions sono di grande interesse, quegli eventi dove l'offerta è molto inferiore alla domanda. Questo per noi è un motivo di orgoglio ma anche un problema».

SICUREZZA - «Sulla sicurezza nelle curve secondo me si possono apportare miglioramenti, ma tutte le società devono essere d'accoro e la sola Serie A non basta. Va portato in consiglio Figc con tutte le Leghe, compresa la Lega Dilettanti in prospettiva delle squadre che possono salire nei campionati professionistici. Serve uno sforzo congiunto che porterò come istanza personalmente in Lega di Serie A» ha proseguito il numero uno bianconero specificando che «ad oggi è il Gos l'ente preposto sulla sicurezza degli impianti e le linee guida vengono emanate dall'Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive. A Torino vediamo che dal Gos parte la direttiva di non avere steward nelle curve con i tifosi più caldi. Per motivi di ordine pubblico si preferisce lasciare libero questo settore».

BAGARINAGGIO - «Esiste il bagarinaggio? Certamente sì e deve essere contrastato, anche se la cessione di un bene mobile, quale è il biglietto di una partita da una persona ad un'altra non penso possa essere criminalizzato. Discorso diverso è il fare incetta di tagliandi a fini puramente speculativi: questo fenomeno va combattuto e sul digitale sta invece dilagando grazie all'uso dei cosiddetti bot, software che permettono in pochi secondi di concludere un alto numero di transazioni».

INFORMATIVE - «Da parte nostra non abbiamo mai avuto la sensazione di subire attacco in alcuna attività della Juve né sui biglietti né su altre, tipo merchandising». Alla domanda se organi dello Stato li avessero avvertiti dello spessore criminale di Dominello, il presidente della Juve ha risposto «no» e ha aggiunto di «non aver mai ricevuto informative» dalla Digos.

PRECISAZIONI - «Non è questione di leggerezza, la Juventus è un'esempio di eccellenza in Italia, ha affrontato tutte le situazioni sempre d'accordo con le forze dell'ordine, in particolare con la Digos». Così Andrea Agnelli, presidente della Juventus, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se non ci fosse stata qualche leggerezza da parte della Juventus, lambita dall'inchiesta Alto Piemonte, in corso a Torino, al termine della audizione davanti alla Commissione parlamentare Antimafia. «Esiste una problematica in Italia che sono le infiltrazioni della criminalità e quindi dobbiamo stare più attenti tutti, perché la criminalità è un fenomeno in mutamento, che pervade tutta la penisola e quindi le attività per combattere la criminalità devono essere diverse. Il nostro ruolo e collaborare con le istituzioni per trovare insieme norme adeguate a combattere il fenomeno»

DOVERE - «Oggi sono stato felice di essere qui in commissione Antimafia, ho svolto il mio dovere di cittadino, come ho fatto lunedì a Torino». .«Lo sguardo è svolto al futuro in quanto il ruolo è quello di analizzare le situazioni per proporre soluzioni affinchè non solo il calcio ma l'Italia non subiscano infiltrazioni delle organizzazioni criminali». «Abbiamo espresso tutto in commissione; ho chiesto che tutta quanta» l'audizione «fosse pubblica, e così è stato, se non per brevissimi momenti», ha concluso il presidente della Juve.

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