TORINO - Divisi dall’età, uniti dalla maglia e dalla leadership. Ci saranno anche Gigi Buffon e Paulo Dybala stasera a Montecarlo: non scenderanno in campo al Louis II, teatro nella passata stagione della semifinale di Champions vinta dalla Juventus in casa del Monaco, ma varcheranno l’ingresso del Grimaldi Forum per la premiazione dei migliori giocatori della scorsa edizione della competizione europea. Il vecchio e il bambino, citando Guccini, ma sarebbe irrispettoso per il capitano bianconero, anche se la scena potrebbe apparire come un passaggio di consegne dal “monumento” che da 17 stagioni difende la porta bianconera - e insegue la Champions con tre finali senza mai aver avuto la soddisfazione di alzare la Coppa - al prossimo aspirante Pallone d’Oro che guida l’attacco juventino.
Il veterano Buffon arriva a Montecarlo con una doppia nomination: come miglior portiere (se la dovrà vedere con Neuer del Bayern Monaco e Oblak dell’Atletico Madrid) e come miglior giocatore assoluto. E, in questo caso, sarà opposto ai due mostri sacri come Messi e Cristiano Ronaldo. Al di là della rivalità, è l’ennesima conferma di quanto Buffon sia ancora fondamentale non soltanto perché leader della spogliatoio, personaggio carismatico e di grande esperienza, ma perché sa ancora maledettamente fare bene il suo mestiere. Come ha votato la giuria del premio, composta dagli allenatori delle 32 squadre che hanno partecipato alla fase a gironi della Champions (ma non hanno potuto scegliere giocatori della propria squadra) e da 55 giornalisti scelti dal gruppo European Sports Media in rappresentanza delle federazione affiliata all’Uefa. Come ha dimostrato non più tardi di sabato parando il rigore al Cagliari. Buffon non è soltanto l’emblema della Juventus e dell’eterna giovinezza, ma è la statua del calcio mondiale.
Il nuovo 10 Vetrina d’onore nel Principato - che è solito frequentare nei giorni liberi per godersi il sole e il mare - anche per Dybala: la sfida a Messi e Cristiano Ronaldo come miglior attaccante della passata Champions è improba, ma rappresenta l’ennesimo step nella crescita dell’attaccante argentino.
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