Juventus, Tacconi: «Dybala e Higuain devono tirare fuori gli attributi»

L'ex numero uno analizza la sconfitta di Barcellona: «Troppe assenze? L'unica decisiva è stata quella di... Lichtsteiner»
Juventus, Tacconi: «Dybala e Higuain devono tirare fuori gli attributi»© www.imagephotoagency.it

TORINO – Tra i milioni di tifosi che hanno assistito inermi alla sconfitta del ‘Camp Nou’ ce n’era uno speciale, perché prima di diventare un tifoso come gli altri ha indossato quei colori difendendoli in Italia e nel mondo in 386 partite. Parliamo di Stefano Tacconi, che nonostante il 3-0 incassato dal Barcellona resta fiducioso per il prosieguo del cammino in Champions League della Juventus pur senza risparmiare a Massimiliano Allegri e ai suoi ragazzi qualche ‘puntura’ delle sue. «Non sono preoccupato – esordisce l’ex numero uno bianconero – perché è quando si perde che si migliora, non quando si vince e poi con le due prossime partite in casa e 6 punti tornerà tutto sotto controllo. Assenze decisive? A vedere l’andamento della partita e analizzandola a mente fredda forse l’assenza più pesante è stata quella di… Lichtsteiner».

I NUOVI - Il rimpianto per il terzino svizzero lasciato fuori dalla lista europea non è però una bocciatura definitiva per De Sciglio, così come assolve gli altri nuovi: «L’ex milanista deve capire l’ambiente, ha bisogno di un po’ di tempo e dell’aiuto della società e dell’allenatore che lo conosce perché lo ha già allenato. Comunque non si può pretendere che dei calciatori nuovi o addirittura arrivati da altri campionati siano subito pronti, forse è per questo che Boniperti ne cambiava uno o massimo due all’anno, mantenendo sempre l’ossatura. Più si cambia e più serve tempo e in tal senso spero che si arrivi presto a chiudere il mercato prima del via della stagione: ai miei tempi si andava in ritiro con la squadra già fatta e questo era fondamentale per fare gruppo. Guardate Bonucci al Milan: anche lui avrà bisogno di tempo, mentre a Torino per lui era tutto più facile perché giocava in un reparto collaudatissimo».

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DYBALA E HIGUAIN - Gli alibi riconosciuti ai nuovi però Tacconi non sembra concederli a Higuain e Dybala, le due stelle che avrebbero dovuto trascinare la squadra e hanno invece deluso le aspettative: «Loro due devono tirare fuori le palle: puoi essere bravo o il migliore, ma io odio il tatticismo. Ai miei tempi andavano tutti all’ospedale dopo la partita, ora c’è troppo tic-tac: a uno come Messi non puoi dare tutti quegli spazi e lasciarlo libero di giocare».

BUFFON E SZCZESNY – Si passa poi a parlare dei portieri, di Szczesny che Tacconi considera il suo erede e di Buffon, ultimamente beccato dalla critica: «Nel polacco mi rivedo, sia per il carattere che per la personalità: puntare su di lui è stata la scelta giusta. Per quanto riguarda Buffon invece credo che per lui sarà un anno molto particolare e non facile, visto che probabilmente sarà l’ultimo e chiuderà dopo i Mondiali». E sul fatto che la Nazionale alla fine arrivi fino in Russia l’ex numero uno non sembra nutrire troppi dubbi: «L’Italia ha sette vite, come i gatti...».

CORSA SCUDETTO – Chiusura sulla lotta per lo Scudetto, con i bianconeri che secondo lui dovranno faticare di più rispetto al passato per conquistare il settimo Tricolore consecutivo: «Quest’anno sarà molto più dura in Italia, dove vedo un Napoli che fa due gol a partita ed è più consapevole. Inter da titolo? Non penso, credo che continuerà ad andare avanti tra alti e bassi. È la squadra di Sarri l’unica anti-Juve».

 

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TORINO – Tra i milioni di tifosi che hanno assistito inermi alla sconfitta del ‘Camp Nou’ ce n’era uno speciale, perché prima di diventare un tifoso come gli altri ha indossato quei colori difendendoli in Italia e nel mondo in 386 partite. Parliamo di Stefano Tacconi, che nonostante il 3-0 incassato dal Barcellona resta fiducioso per il prosieguo del cammino in Champions League della Juventus pur senza risparmiare a Massimiliano Allegri e ai suoi ragazzi qualche ‘puntura’ delle sue. «Non sono preoccupato – esordisce l’ex numero uno bianconero – perché è quando si perde che si migliora, non quando si vince e poi con le due prossime partite in casa e 6 punti tornerà tutto sotto controllo. Assenze decisive? A vedere l’andamento della partita e analizzandola a mente fredda forse l’assenza più pesante è stata quella di… Lichtsteiner».

I NUOVI - Il rimpianto per il terzino svizzero lasciato fuori dalla lista europea non è però una bocciatura definitiva per De Sciglio, così come assolve gli altri nuovi: «L’ex milanista deve capire l’ambiente, ha bisogno di un po’ di tempo e dell’aiuto della società e dell’allenatore che lo conosce perché lo ha già allenato. Comunque non si può pretendere che dei calciatori nuovi o addirittura arrivati da altri campionati siano subito pronti, forse è per questo che Boniperti ne cambiava uno o massimo due all’anno, mantenendo sempre l’ossatura. Più si cambia e più serve tempo e in tal senso spero che si arrivi presto a chiudere il mercato prima del via della stagione: ai miei tempi si andava in ritiro con la squadra già fatta e questo era fondamentale per fare gruppo. Guardate Bonucci al Milan: anche lui avrà bisogno di tempo, mentre a Torino per lui era tutto più facile perché giocava in un reparto collaudatissimo».

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