Juventus, Dybala: «Le punizioni? Scommetto con Pjanic. Messi? Voglio vincere quanto lui»

TORINO – Un inizio di stagione da 10 per Paulo Dybala che con la maglia di Sivori, Platini, Baggio e Del Piero ha già segnato 10 gol in 6 partite (8 reti in 4 match di campionato e 2 gol nella sfortunata finale di Supercoppa persa 3-2 a Roma con la Lazio) restando a secco solamente al ‘Camp Nou’ con il Barcellona. Un momento magico per la ‘Joya’ che in occasione della foto ufficiale della Juventus ha raccontato ai microfoni di 'JTV' le sue sensazioni nel day-after della tripletta che ha steso il Sassuolo a domicilio. Di seguito le sue dichiarazioni...

GOL D'AUTORE
Un ‘hat-trick’ quello del ‘Mapei Stadium’ che gli ha consentito di portarsi via il pallone della partita: «I palloni che mi porto via li tengo a casa, sul divano – ha detto scherzando Dybala -. Quale il gol più bello? A me piacciono tutti i gol, perché valgono lo stesso e l'importante è che servano a far vincere la squadra. Alcuni gol sono belli, altri non tanto, ma sono sempre importanti». Eppure tra le tre reti di Reggio Emilia una piccola preferenza il 23enne fantasista argentino sembra averla per la seconda, segnata con una ‘puntata’ quasi da calcetto: «È stato secondo me uno dei più belli e non ne avevo mai fatto una del genere: non avevo tanto spazio ma ho preso il tempo al portiere che secondo me non se l'aspettava e per questo - ha spiegato - non è riuscito a respingerla».

LE PUNIZIONI
Un altro gol al Sassuolo lo ha segnato su calcio da fermo, come del resto gli è capitato abbastanza spesso sia ai tempi del Palermo che ora alla Juventus: «La punizione del 3-1? Io mi alleno tutti i giorni per avere la possibilità di fare gol quando capitano queste giocate. Con Miralem (Pjanic, ndr) poi scommettiamo tanto sulle punizioni e siamo obbligati a segnare altrimenti l'altro vince. Per ora sto vincendo io, ma non bisogna sottovalutare Miralem perché calcia grandi punizioni».

IL PARAGONE CON MESSI
Dybala ha poi parlato anche del continuo paragone con Lionel Messi, leader del Barcellona e di quella Argentina in cui i due ora giocano insieme, fianco a fianco. Un paragone “scomodo” dal quale il talento di Rosario prova in qualche modo a smarcarsi: «Lui ha fatto la sua storia, le sue giocate e i suoi gol, io voglio avere i miei gol, fare le mie giocate, le mie partite. Siamo due giocatori diversi, lui ha vinto tanto e spero di farlo anch'io».