L'ADDIO DI TOTTI - Non poteva mancare un pensiero per Totti, suo vecchio amico e compagno ai tempi della Roma: «L'addio al calcio di Totti? Poche volte mi sono emozionato nel calcio e quella è stata una di quelle. Io gli avevo consigliato di continuare, la sua vita era giocare a calcio e non ce lo vedo a fare il dirigente: lo vedo triste e cupo. Ha fatto la differenza per 25 anni, non può giocare tutte le partite ma in Serie A ci sono almeno una decina di squadre dove potrebbe ancora dire la sua. Io ho scelto la Roma per lui, mi voleva anche la Juve ma per me in quel momento era il più forte di tutti. Mi è mancata la festa che i tifosi della Roma hanno dedicato a Totti? Lui ha giocato solo in una squadra, è tifoso della Roma e ha scelto di fare tutta la carriera lì. Io sono stato un vagabondo, mi è piaciuto scegliere più squadre per avere più stimoli, non ho mai voluto feste. Poi mi sono lasciato male quasi con tutte le tifoserie per colpa mia e la carriera che potevo fare l’ho buttata nel cestino perché ho pensato più alla mia felicità: mi allenavo male e mangiavo troppo ma me ne sono accorto solo a 34 anni. Balotelli? Un ottimo giocatore che poteva fare una grande carriera ma non è un campione. Il vero fuoriclasse è Mino Raiola che gli ha fatto guadagnare tantissimo e gli ha permesso di giocare in grandi club. Lui ha un grande tiro, a me piacciono i giocatori imprevedibili, che hanno una grande tecnica come Mbappè o Neymar. La doppietta di Pellegri? Mi sono emozionato molto quando ho visto piangere suo papà. Da solo stava pareggiando la gara, se non si monterà la testa potrà fare una carriera importante: sono molto contento per questo ragazzo».