TORINO – L’euforia per il poker servito al Torino nel derby dell’Allianz Stadium è già alle spalle e in casa Juventus ora sono tutti concentrati sulla sfida casalinga di mercoledì sera contro l’Olympiacos, valida per la seconda giornata del gruppo D di Champions League. Un appuntamento importante, con entrambe le squadre costrette a vincere dopo i rispettivi ko incassati al debutto: i bianconeri battuti 3-0 sul campo del Barcellona, i greci sconfitti per 3-2 davanti ai propri tifosi dallo Sporting Lisbona. Una sfida a cui Massimiliano Allegri arriva con qualche problema in difesa, dove è a corto di uomini nella zona destra per la contemporanea assenza di Lichtsteiner (lasciato fuori dalla lista europe prima del via) e degli infortunati De Sciglio e Höwedes (che resteranno entrambi ai box per un mese). Il tecnico juventino studia così soluzioni e possibili cambiamenti: andiamo ad analizzare le varie opzioni sul tavolo…
RICORSO AL JOLLY E AVANTI COSÌ
Una prima soluzione potrebbe essere la conferma del 4-2-3-1 che ha dato la svolta nella passata stagione ed è stato riproposto anche nell’avvio di quella corrente. In questo caso però, con i due terzini destri di ruolo Lichtsteiner e De Sciglio out al pari del jolly tedesco Höwedes, in quella zona del campo andrebbe adattato uno tra il centrale Barzagli e il mediano Sturaro (in foto). Proprio quest’ultimo è stato già ‘retrocesso’ in difesa contro la Fiorentina in campionato e nel finale della gara di Champions a Barcellona, tanto che in caso di conferma del modulo al momento più collaudato sembra in vantaggio nel ballottaggio con il più esperto compagno.
JUVENTUS (4-2-3-1): Buffon; Sturaro, Barzagli, Chiellini, Alex Sandro; Pjanic, Matuidi; Cuadrado, Dybala, Mandzukic; Higuain.
NIENTE TERZINI E JUVE D’ASSALTO
Una seconda ipotesi, provata negli ultimi giorni a Vinovo, è il ritorno alla difesa a tre già usata spesso in passato dopo che Allegri l’aveva “ereditata” dal suo predecessore Antonio Conte. Un modo per sopperire alla carenza di terzini infatti è quello di… non usarli. Ecco che in questo caso davanti a Buffon si alzerebbe la diga composta da Barzagli, Rugani e Chiellini - con i primi due tenuti oltretutto a riposo sabato nel derby vinto con il Toro – mentre Alex Sandro si alzerebbe sulla linea dei centrocampisti a sinistra con Cuadrado (in foto) a fargli da ‘alter ego’ sulla corsia opposta in un inedito 3-4-3 decisamente ‘d’assalto’.
JUVENTUS (3-4-3): Buffon; Barzagli, Rugani, Chiellini; Cuadrado, Pjanic, Matuidi, Alex Sandro; Dybala, Higuain, Mandzukic.
UNA ‘VIA DI MEZZO’
Una Juventus meno offensiva sarebbe invece quella schierata con il 3-5-2 a sua volta già utilizzato in passato da Allegri, con l’inserimento di un centrocampista in più da affiancare a Pjanic e Matuidi. A quel punto, con Marchisio e Khedira ancora ai box, il ballottaggio sarebbe tra Bentancur (in foto) e Sturaro ma è difficile pensare che Allegri - in una gara assolutamente da vincere tra le mura amiche dell’Allianz Stadium - rinunci a uno tra Mandzukic, Dybala o Higuain. Il ‘Pipita’ tra l’altro è rimasto in panchina contro il Toro, entrando solo nel finale, è ha fame di riscatto.
JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli, Rugani, Chiellini; Cuadrado, Bentancur, Pjanic, Matuidi, Alex Sandro; Dybala, Higuain.
RICORSO AL JOLLY E AVANTI COSÌ
Una prima soluzione potrebbe essere la conferma del 4-2-3-1 che ha dato la svolta nella passata stagione ed è stato riproposto anche nell’avvio di quella corrente. In questo caso però, con i due terzini destri di ruolo Lichtsteiner e De Sciglio out al pari del jolly tedesco Höwedes, in quella zona del campo andrebbe adattato uno tra il centrale Barzagli e il mediano Sturaro (in foto). Proprio quest’ultimo è stato già ‘retrocesso’ in difesa contro la Fiorentina in campionato e nel finale della gara di Champions a Barcellona, tanto che in caso di conferma del modulo al momento più collaudato sembra in vantaggio nel ballottaggio con il più esperto compagno.
JUVENTUS (4-2-3-1): Buffon; Sturaro, Barzagli, Chiellini, Alex Sandro; Pjanic, Matuidi; Cuadrado, Dybala, Mandzukic; Higuain.