Juventus, una laurea in difesa. Chiellini? No, Sara Gama

Scopriamo il capitano della Juventus Women e della nazionale azzurra
Juventus, una laurea in difesa. Chiellini? No, Sara Gama© www.imagephotoagency.it

TORINO - La Juventus Women non ha segreti, piuttosto certezze. Una è granitica: la forza della difesa. Parlano i numeri, senza lasciare spazio a interpretazioni: due partite di Serie A femminile, zero gol subiti da Laura Giuliani, portiere e punto di forza delle J Women e della Nazionale. Ma le statistiche diventano ancora più eclatanti allargando il conto delle partite ufficiali: anche nelle due sfide di Coppa Italia, andata e ritorno contro il Torino, le reti incassate sono state zero, a fronte invece di 21 complessive realizzate. In sostanza la Juventus delle ragazze segna tanto, però è caratterizzata soprattutto da una fase difensiva d’acciaio che trae linfa dal blocco azzurro e che ha in Sara Gama l’assoluto punto di riferimento, dentro e fuori dal campo.

IL CURRICULUM - L’hanno fortemente voluta Stefano Braghin, responsabile della divisione Women del club bianconero, e il tecnico Rita Guarino, che la conosce da anni. Chiamatela capitano: ha la fascia dell’Italia (dopo il ritiro di Gabbiadini) e quella della Juventus assegnatale per curriculum e carisma. Non si fa notare solo per la capigliatura: è già entrata nel cuore dei tifosi juventini che sabato, alla prima casalinga contro la Res Roma, le hanno dedicato un coro personalizzato. Sara ha apprezzato e adesso non vuole più fermarsi, lei che è a un passo dal collezionare la bellezza di 100 presenze nella Nazionale maggiore, lei che è stata la prima italiana a prendere parte a una finale di Champions League, difendendo i colori di una corazzata come il Psg.

Chi la conosce bene individua nell’intelligenza brillante una delle sue migliori qualità, perché Sara può tenere testa a chiunque in una discussione e spesso è più informata dell’interlocutore, spinta da un’innata curiosità che le consente di approfondire ed esplorare tutto ciò che la colpisce. Non a caso potete chiamarla dottoressa, perché il capitano delle J Women ha conseguito proprio quest’estate il titolo accademico laureandosi all’Università di Udine in Lingue e Letterature straniere. Un aspetto in comune con il collega bianconero Giorgio Chiellini, grande difensore e pure dottore. La tesi di Sara? Chiaramente sul calcio femminile, storia, realtà e futuro in Europa. Già, perché la dimensione internazionale si addice perfettamente a Sara. Prima di tutto perché parla fluentemente tre lingue, oltre all’italiano: inglese, francese, spagnolo, roba non per tutti. E poi perché ha già assaggiato la platea del grande calcio europeo. Questo è uno degli aspetti che l’hanno portata ad accettare subito l’offerta della Juventus: Gama aveva e ha tanti estimatori e poteva contare su un consistente numero di proposte, una volta terminato il ciclo a Brescia a giugno. C’erano sirene anche dall’estero, ma lei non ci ha pensato due volte: sì alla Juventus perché stuzzicata da un progetto ambizioso e da un marchio che è garanzia di progettualità a lungo termine. Al tempo stesso Sara è traino del movimento con quello che dimostra di saper fare sul prato verde e pure con il suo ruolo dietro la scrivania.

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