Il club dei “panitas” si allarga: è Juventus d’attacco

La metamorfosi bianconera: dalla Bbc a Dybala e i suoi fratelli. L’obiettivo primario era essere blindati, ora è segnare a raffica
Il club dei “panitas” si allarga: è Juventus d’attacco© www.imagephotoagency.it

TORINO - Ok, è un dato di fatto: ormai i cappotti (volanti) di Massimiliano Allegri sono quasi più famosi e caratterizzanti degli impermeabili del tenente Colombo. Ergo, di conseguenza, sono proverbiali i blackout della Juventus, che appunto stanno alla base dei fatidici “lanci” stizziti. La sensazione, peraltro, è che - a prescindere del gran lavoro a tema in programma nei prossimi allenamenti - da qui alla fine della stagione non mancheranno episodi di analoghe e pittoresche esternazioni da parte del tecnico. Perché, in fondo, l’attitudine e le caratteristiche della squadra bianconera sono cambiate: ne sono cambiati gli interpreti, è cambiato l’approccio alla partita. Un approccio più “offensivo” e meno barricadero rispetto alla tradizione ma anche ai tempi recenti, teso a cercare la giocata di qualità più che a disinnescare gli avversari. Prova ne sia che da quasi settant’anni (stagione 1951-52) la Juventus non arrivava a vette di 31 gol segnati in 10 partite di campionato. E, in fin dei conti, è stato proprio Massimiliano Allegri a dettare questa svolta, incentrando la sua (trionfale, quantomeno entro i confini nazionali) gestione sulla “qualità”. Parolina magica che ricorre, nelle frasi del tecnico, con la stessa frequenza di quell’altro concetto tanto caro al livornese che rimanda ai principi “calma e serenità”. Basti ripensare ai nomi degli interpreti allegriani per rendersene conto: Gonzalo Higuain (attaccante puro, più o meno in forma e prolifico che sia a seconda dei momenti); Paulo Dybala (offensivo che, guarda un po’, mai come in questo inizio di stagione aveva dimostrato estro realizzativo); Juan Cuadrado (che fa del dribbling la sua ragione di vita calcistica, così come Douglas Costa e in parte Federico Bernardeschi). Oltre ovviamente a Mario Mandzukic, attaccante che Allegri ha reinventato esterno pur di non dovervi rinunciare. Ciliegina sulla torta, Miralem Pjanic: che giocherà pure un po’ più indietro, ma con quel piedino lì e quel gusto per la giocata di fino rientra indubbiamente nel novero del tipo allegriano tutto estro e qualità.

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