Matuidi: «Dybala andrà lontano, Buffon leggenda e io voglio entrare nella storia della Juventus»

In ritiro con la Francia, il centrocampista parla della sua avventura a Torino a Le Figaro. «Voglio stare alla Juve il più a lungo possibile, è fantastica, come la sala dei trofei: troveremo posto per altre coppe. Psg? Zero rimpianti»
Matuidi: «Dybala andrà lontano, Buffon leggenda e io voglio entrare nella storia della Juventus»© LaPresse

TORINO - Blaise Matuidi è in ritiro con la Francia in vista delle amichevoli con il Galles (venerdì) e la Germania (martedì). Intervistato da Le Figaro, il centrocampista ha spiegato obiettivi e speranze riposte nell’avventura alla Juventus. Un amore a prima vista, viste le sue affermazioni. Ha cambiato Paese con la famiglia (moglie e tre figli di 2, 5 e 8 anni), veste una nuova maglia, si rimette in gioco puntando al massimo. La missione è lasciare il segno nella storia della Juve come hanno fatto prima di lui altri celebri connazionali come Michel Platini, Didier Deschamps, Zinedine Zidane, David Trezeguet, Paul Pogba.

Alla Juve dopo 6 anni al Psg: com’è la sua nuova vita?
«Mi piace. In tutta onestà, non mi aspettavo di essere così a mio agio fin dall'inizio. Di solito, da ultimo arrivato, in un altro paese, occorre un minimo di tempo di adattamento. Personalmente, mi sono subito adattato a Torino e integrato nella Juve. All'arrivo, sono stato aiutato in tutto ed è stato fantastico. Questo club ha il “tutto incluso”. Se sono a mio agio nella vita di tutti i giorni, lo sono anche in campo, perciò tutto è stato fatto per facilitare la mia integrazione e quella della mia famiglia. Mi hanno aiutato per trovare una casa, per le lezioni italiane con un insegnante privato, per la scuola internazionale per i bambini, ci consigliano i posti dove andare... Tutto è fatto per adattarsi in modo meraviglioso».
 

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Cosa l’ha maggiormente impressionata  alla Juve?
«Due cose completamente diverse: in primo luogo, la sala dei trofei, con 35 titoli di campionato, 2 coppe dei campioni ... Quando la si visita, ti riempie gli occhi! È eccezionale, è bellissima. Non sai nemmeno se c'è ancora spazio per mettere un nuovo trofeo. Lo troveremo comunque ... E poi, c'è anche il carico di lavoro. Impressionante. In generale, io mi riposo un po' tra gli allenamenti, ma non è di casa, qui. Basta trascorrere una settimana per capire perché la Juve ottiene risultati (6 titoli di campionato in fila e 2 finali di Champions League in 3 anni). Il personale è numeroso, ognuno conosce perfettamente il proprio compito. È clinico, chirurgico, e niente è lasciato al caso. Non c'è spazio per chi non ha voglia, in questo club. La sua reputazione del rigore non è usurpata, lo posso ben dire.. Al mio arrivo mi hanno raccontato dei francesi che avevano segnato la storia del club,  Platini,  Zidane,  Trezeguet,  Deschamps o  Henry. Prima di venire qui, avevo discusso con  Evra e  Pogba, che me ne avevano parlato molto bene. È un'istituzione carica di storia e i miei connazionali hanno fatto cose molto buone. Spero, a mia volta, di lasciare il segno e di entrare nella storia della Juve».
 

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La famiglia Agnelli, Andrea al comando dal 2010… E poi Buffon.
«Il presidente è molto vicino ai giocatori. È giovane, sempre presente a tutte le partite, al nostro seguito e molto appassionato. Quando sono arrivato, ha avuto parole molto gentili, mi ha colpito. Si capisce che conosce bene il calcio. Nello spogliatoio con Buffon. È meraviglioso! Non lo conoscevo personalmente prima di venire qui. In effetti, vi faccio una confidenza, guardo l'uomo prima del giocatore. Un grande calciatore può anche essere un grande uomo e lui è esattamente così. Il massimo della classe. Mi ha accolto alla grande, mi ha messo a mio agio subito. Quando ho firmato, è stato uno dei primi a inviarmi un messaggio per darmi il benvenuto. È "Gigi", una leggenda. Lascerà il segno nella storia del calcio e spero che riesca a disputare un ultimo mondiale nel 2018. Quando lo vedi ogni giorno, capisci perché è longevo. Ho parlato dei minimi dettagli mai lasciati al caso: beh, Gianluigi è il simbolo perfetto di questo. Si rimette in discussione ogni giorno, trova sempre delle soluzioni per la squadra perché è un leader. Nello spogliatoio c’è il mondo, si parlano tutte le lingue, italiano, spagnolo, inglese, francese. A volte, le mischio e col mio accento i ragazzi hanno difficoltà a capirmi. È uno spogliatoio aperto. Poi, ci sono francofoni come Miralem Pjanic (ex giocatore di Metz e Lione), Mehdi Benatia (ex Marsiglia), con cui posso comunicare più facilmente».
 

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Paulo Dybala è un futuro big?
«È eccezionale in tutto ciò che fa. È un ragazzo di 23 anni che è ricco di talento, riesce in quasi tutto, andrà molto lontano. Molto in alto. Ha assunto il ruolo di leader tecnico alla Juve, è grandioso».

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Zero rimpianti…
«La Juve può crescere ancora. Anche io, attraverso il lavoro e le prestazioni domenicali. Voglio ripagarli della fiducia che hanno riposto in me. Non mi dispiace aver lasciato il Psg. Al contrario. Sono molto felice perché sono arrivato ad un'età (30 anni, ed) in cui ho bisogno di vivere un'esperienza al di fuori del mio paese. Mi serve come calciatore, come uomo e padre. Questa avventura all’estero, per me e i miei figli può essere un arricchimento. A casa cominciamo a parlare in inglese, talvolta in italiano… Sono entusiasta. Sono felice a Torino, in questo grande club, e spero di rimanerci per molti anni. La vita è bella. Sono in Nazione e per me è un onore. Gli anni passano… Si invecchia e i giovani spingono: lavoro affinché l’ultima stagione arrivi il più tardi possibile».

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TORINO - Blaise Matuidi è in ritiro con la Francia in vista delle amichevoli con il Galles (venerdì) e la Germania (martedì). Intervistato da Le Figaro, il centrocampista ha spiegato obiettivi e speranze riposte nell’avventura alla Juventus. Un amore a prima vista, viste le sue affermazioni. Ha cambiato Paese con la famiglia (moglie e tre figli di 2, 5 e 8 anni), veste una nuova maglia, si rimette in gioco puntando al massimo. La missione è lasciare il segno nella storia della Juve come hanno fatto prima di lui altri celebri connazionali come Michel Platini, Didier Deschamps, Zinedine Zidane, David Trezeguet, Paul Pogba.

Alla Juve dopo 6 anni al Psg: com’è la sua nuova vita?
«Mi piace. In tutta onestà, non mi aspettavo di essere così a mio agio fin dall'inizio. Di solito, da ultimo arrivato, in un altro paese, occorre un minimo di tempo di adattamento. Personalmente, mi sono subito adattato a Torino e integrato nella Juve. All'arrivo, sono stato aiutato in tutto ed è stato fantastico. Questo club ha il “tutto incluso”. Se sono a mio agio nella vita di tutti i giorni, lo sono anche in campo, perciò tutto è stato fatto per facilitare la mia integrazione e quella della mia famiglia. Mi hanno aiutato per trovare una casa, per le lezioni italiane con un insegnante privato, per la scuola internazionale per i bambini, ci consigliano i posti dove andare... Tutto è fatto per adattarsi in modo meraviglioso».
 

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