Processo Agnelli, contromossa Juventus: «Esaminiamo i precedenti»

Gli avvocati bianconeri presentano un'istanza perché la corte esamini più attentamente i precedenti sulla stessa violazione (nessuna inibizione). La corte d'appello federale accetta e rinvia al 4 dicembre
Processo Agnelli, contromossa Juventus: «Esaminiamo i precedenti»© www.imagephotoagency.it

ROMA - Contromossa Juventus. Non è proprio roba da legal thriller, ma nel modesto ambito della Giustizia Sportiva si può parlare di colpo di scena. Oggi alle 16 si doveva svolgere l'appello per processo sportivo alla Juventus, al suo presidente Andrea Agnelli e ad altri collaboratori per alcune violazioni sulla vendita dei biglietti ai gruppi ultrà e ai rapporti del club con questi ultimi. Ma l'appello non c'è stato: tutto rinviato al 4 dicembre per «permettere l'acquisizione di nuovi atti relativi a casi precedenti e analoghi».

COSA SIGNIFICA? L'istanza è stata degli avvocati della Juventus che hanno esaminato attentamente la letteratura e i casi precedenti per la stessa violazione e si sono resi conto che le pene comminate sono sempre state più blande e non vi è traccia di inibizioni per il presidente del club ritenuto colpevole. Insomma, la richiesta monstre di Pecoraro era ingiustificata, ma anche la condanna (che aveva già ridimensionato molto la richiesta del procuratore non era in linea con il codice e i precedenti). Agnelli infatti era stato condannato a un anno di inibizione, oltre ai 300mila euro di multa comminata alla Juventus.

COSA SUCCEDE? La Corte d'Appello Federale ora dovrà acquisire gli atti, li esaminerà e quando si ritroverà il 4 dicembre dovrà tenerne conto. E' chiaro che per giustificare una condanna così dura ad Agnelli dovrà trovare motivazioni molto forti, ma già quelle presentate in primo grado si erano indebolite nel frattempo con la pubblicazione delle motivazioni del processo penale Alto Piemonte da cui l'inchiesta sportiva era partita. Infatti il giudice penale ha scritto che la Juventus era stata effettivamente "ricattata" dai gruppi ultrà, attenuante di cui il giudice sportivo non aveva tenuto conto.

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