TORINO - C’è Gonzalo Higuain che bacia Douglas Costa sulla testa rapata, manco fosse Laurent Blanc con Fabien Barthez al Mondiale del ’98. C’è Miralem Pjanic che sorseggia un calice di vino rosso fiammante. E c’è il festeggiato al centro di tutto, di tutti, stretto com’è tra amici calciatori e non, compagni (come Juan Cuadrado) ed ex (il granata Tomas Rincon) mentre a capo della tavolata sorridono mamma Alicia, il fratello Mariano che da un po’ gli fa anche da procuratore e Rodrigo Bentancur.
La Joya non è diventata maggiorenne d’improvviso, ma il 24 che troneggia sulla torta debordante di crema chantilly - dopo una succosa cena a base di carne - è numero bello, fantasioso, graficamente dotato delle giuste curve. Ventiquattro come gli anni compiuti da Dybala a metà novembre, nel corso dell’ultima pausa dedicata nel 2017 alle Nazionali. Il ct Jorge Sampaoli, dopo averlo schierato nel finale del test di Mosca con la Russia, l’ha utilizzato nell’amichevole persa contro la Nigeria a Krasnodar: 63 minuti a disposizione dell’ex palermitano per prendere confidenza - anche nell’Albiceleste - con le mansioni di fantasista/rifinitore dietro Sergio Aguero e poi la sostituzione, perché è destino che Paulo (con o senza la Juve sulla maglia) non debba giocarne una per intero.
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