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TORINO - Altro che “mano de Dios”, una mano fratturata costringe Gonzalo Higuain a rinunciare alla trasferta al San Paolo di Napoli, dove nella passata stagione aveva rifilato due gol alla sua ex squadra in Coppa Italia. Quarantacinque minuti di intervento, un’ora e mezza di assenza pesante, la cadenza temporale dei due momenti del Pipita che potrebbero segnare una tappa fondamentale nel cammino in campionato, verso il settimo scudetto.
URTO VIOLENTO - Higuain si è infortunato sabato pomeriggio, ultimo allenamento prima di Juventus-Crotone: in partitella, in uno scontro fortuito di gioco, Claudio Marchisio è planato sulla mano sinistra del Pipita. Subito non sembrava nulla di serio, l’arto viene bloccato con un tutore dallo staff medico bianconero. Ed è così che il bomber argentino si presenta allo Stadium la sera di domenica per la partita contro il Crotone, suscitando la curiosità dei molti tifosi che aspettano la squadra. Anziché dare il cinque, nel passaggio del tunnel verso l’ingresso degli spogliatoi, il Pipita allunga la mano fasciata. A quel punto, di fronte all’evidenza delle immagine televisive, scatta il tweet della società che spiega: «Higuain porta un tutore alla mano sinistra a causa di un trauma al terzo metacarpale». In quel momento i medici della Juventus non pensano ancora di dover ricorrere all’intervento chirurgico, sperano che il problema si risolva con una fasciatura rigida. La certezza della frattura arriva soltanto ieri, dopo gli esami strumentali - fatti per il persistere del dolore - che confermano la rottura del terzo metacarpale della mano sinistra e la necessità dell’operazione. L’intervento nel pomeriggio alla clinica privata Sedes Sapientiae di Torino: lo operano il dottor Loris Pegoli, un luminare specialista della chirurgia della mano, e il professor Roberto Rossi, dello staff chirurgico del J Medical. Il Pipita, accompagnato dalla fidanzata, resta sotto i ferri per 45 minuti e verso sera lascia la clinica.