Kovacevic: «Juventus, ad Atene non sarà una gita»

Guarda chi si rivede: l’ex centravanti bianconero dirigente dell’Olympiacos
Kovacevic: «Juventus, ad Atene non sarà una gita»

TORINO - La Juventus martedì ritroverà un vecchio amico ad Atene: Darko Kovacevic. L’ex attaccante serbo nel 2007 ha chiuso la carriera all’Olympiacos e lo scorso marzo è tornato al Pireo nelle vesti di dirigente. Kovacevic lavora a stretto contatto con la squadra e l’allenatore Takis Lemonis ed è uno dei collaboratori più fidati del presidente Evangelos Marinakis.

Kovacevic, ci tolga una curiosità: Marinakis in Italia viene definito uno “Zamparini greco” per la facilità con cui cambia gli allenatori. Ci sta il paragone?
«Conosco il presidente da 7 anni: è una persona buona, non un “mangia-allenatori”. Semplicemente l’Olympiacos è un club che deve sempre vincere. C’è una pressione enorme e di conseguenza se vediamo che le cose non vanno cambiamo. Noi dobbiamo sempre trionfare, siamo un po’ la Juve della Grecia. Loro puntano al settimo scudetto consecutivo, noi all’ottavo».

Negli ultimi tempi ne avete lanciati parecchi, di tecnici (Valverde, Jardim, Silva…). Qual è il segreto?
«L’Olympiacos ha tradizione e per un allenatore emergente è una bella palestra: qui ci si abitua alle pressioni».

Nelle Coppe siete senza obiettivi (fuori dalla Champions e dalla Europa League): che Olympiacos troverà la Juventus?
«I bianconeri sono favoriti, però non aspettatevi una gita... E’ vero, siamo già eliminati, però la Champions è una vetrina importante per club e giocatori. Giocheremo alla morte per provare a vincere e regalare una gioia ai tifosi».

In casa, al Karaiskakis, l’Olympiacos storicamente si trasforma: avete bloccato pure il Barcellona...
«E nel 2007, quando io ancora giocavo, pareggiammo contro Real Madrid, Chelsea e battemmo il Werder Brema. Per capire la forza del Karaiskakis basta assistere a una nostra partita: mai vissuto uno stadio più caldo. I trentatremila tifosi sembrano sessantamila. L’atmosfera del Karaiskakis non permette ai nostri giocatori di rilassarsi o avere cali di tensione. I tifosi vogliono vedere la squadra lottare e vincere: sarà così anche martedì. E non aspettatevi che i ragazzi possano prendere la partita sottogamba: in Champions, e contro la Juve, vogliono giocare tutti per fare un figurone e mettersi in mostra. Per un giorno il campionato passa in secondo piano».

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