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TORINO - Non avrà il valore inestimabile della statua di Ramses II, pezzo tra i più pregiati della Galleria dei Re, ma la Juventus è insieme con il Museo Egizio, secondo al mondo dopo quello de Il Cairo, l’evento di maggiore attrazione di Torino. A sostenerlo è il presidente della Confesercenti Piemonte Giancarlo Banchieri, che si sfrega le mani dopo il sorteggio degli ottavi di Champions. «Arriva il Tottenham, bene: pescare squadre inglesi o tedesche è un affare perché i tifosi al seguito hanno un maggiore potere d’acquisto rispetto ad altri paesi». La squadra bianconera attrae turisti, leggasi anche tifosi, e fa crescere il pil della città: alberghi, ristoranti e bar (a proposito, intorno allo Stadium è un proliferare di birrerie, pasticcerie, fast food) gongolano quando la squadra di Massimiliano Allegri gioca in casa e, soprattutto, quando c’è una partita di cartello. Il numero dei posti letto occupati negli hotel cresce fino a raggiungere l’esaurito, di conseguenza anche il costo medio di una stanza cresce, come le consumazioni nei bar o i coperti nei ristoranti. Perché, anche in tempo di crisi, la gente spende per seguire la propria passione. «A Torino ci sono 10.867 camere, con l’Area Metropolitana si arriva a 20.951 posti letto: la media annuale è del 60% di occupazione, nelle serate con un big match si arriva al 90- 95%. Una partita importante della Juve ha la capacità di incrementare il 25% delle prenotazioni - dice Banchieri, lui stesso albergatore a Cambiano, paese nell’hinterland di Torino -. E anche se il mio hotel dista 30 chilometri dall’Allianz mi capita di ospitare tifosi, perché stiamo parlando per lo più di sostenitori bianconeri che si fermano a dormire dopo la sfida, che non hanno trovato posto in città».