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TORINO - Il secondo ko in campionato ha segnato la svolta e da lì in poi la Juventus ha imparato la lezione: Barcellona, Crotone, Napoli, Olympiacos, Inter, vale a dire le ultime cinque partite senza subire gol. Più della sconfitta contro la Lazio, il passo falso di Marassi ha ricompattato il gruppo e lo ha spronato a ritrovare quella solidità difensiva che è sempre stato il marchio di fabbrica bianconero. Perché prendere tre gol nel secondo tempo in casa della Sampdoria non è stata un’ingenuità, ma un atto di presunzione, come se bastasse avere campioni da 100 milioni per vincere sempre e ovunque. Dopo quella “mazzata”, che poteva essere fatale perché di lì a qualche giorno la Juventus avrebbe ospitato il Barcellona allo Stadium, è riemerso invece lo spirito di gruppo, sollecitato da un senatore come Andrea Barzagli, ed è scattato il patto dello spogliatoio.
INVERSIONE - E adesso il filotto di cinque partite con la porta di Buffon/Szczesny inviolata diventa interessante: la Juventus ha rialzato il muro e non centra il diverso coefficiente di difficoltà delle avversarie. Certo, una cosa è affrontare Messi, un’altra è vedersela con Trotta. Però la Juventus di inizio stagione è stata capace di subire anche gol dalle neopromosse Spal e Benevento: addirittura i campani hanno violato lo Stadium andando in vantaggio con Ciciretti, roba da non crederci, e per capire la gravità di quel momento bastava osservare la reazione di Massimiliano Allegri. Come in precedenza, le ultime cinque partite sono contrassegnate da continui cambi di interpreti nel reparto arretrato (c’è stato il tempo anche per il debutto di Höwedes prima che il tedesco si infortunasse di nuovo) ma con un risultato finale diverso (il numero zero alla voce reti incassate) e un denominatore comune, Medhi Benatia, sempre presente al centro di una difesa ritornata a essere una roccaforte.