Amarcord Ibrahimovic: «La mia Juventus? Vinceva già nel tunnel...»

Il 36enne attaccante svedese del Manchester United ricorda i suoi due anni in bianconero: «Il primo giorno nello spogliatoio mi sentivo come nel 'Dream Tem' di Fifa. E gli avversari entrando in campo si sentivano già battuti?»
Amarcord Ibrahimovic: «La mia Juventus? Vinceva già nel tunnel...»

TORINO - Se c'è qualcuno convinto che gli scudetti revocati alla Juventus ai tempi di calciopoli non erano stati meritato sul campo quello non è di certo Zlatan Ibrahimovic. Anche un duro come Ibra, ora tra le stelle del Manchester United di José Mourinho, sembra commuoversi quando ripensa con orgoglio ai suoi due anni in bianconero (dal 2004 al 2006): «Arrivo alla Juventus e negli spogliatoi vedo Del Piero, Trezeguet, Cannavaro era al mio fianco, Nedved, Thuram… c’erano tutti - ha raccontato nei giorni scorsi lo svedese in un'intervista a 'I Signori del calcio' in onda su Sky -. Era come giocare a Fifa che tu metti una squadra insieme, il tuo ‘Dream Team, però adesso c’ero io nel ‘Dream Team’. Il secondo anno poi arriva Patrick Vieira, mi ricordo bene la squadra. Prima delle partite nel tunnel guardavo la squadra: il primo era capitan Del Piero, se non c’era lui Buffon o Nedved, poi Trezeguet, Thuram, Patrick Vieira, Cannavaro, Camoranesi, Emerson. Tutti questi poi io per ultimo, perché io esco sempre per ultimo: non si sa perché ma è così. Poi al nostro fianco c’era l’altra squadra e già lì notavo che non avevano paura ma rispetto, come se dicessero questa è persa. Già li eravamo praticamente avanti 1-0, perché era così potente questa squadra, con questi calciatori che c’erano e quell’allenatore (Fabio Capello, ndr). Questa è la differenza tra le grandi squadre e le altre, che sentono di aver già perso prima di giocare perché hanno troppo rispetto dell’altra squadra». Su chi fosse davvero la squadra più forte allora, il 36enne Ibrahimovic non ha dunque alcun dubbio: «Per quanto mi riguarda ho sempre avuto una mentalità che mi portava a lavorare sodo, ma alla Juventus questo non basta: lì bisogna vincere. Questa è la mentalità e in questo grande club ogni cosa si fa in un grande modo. Quella Juventus in cui ho giocato era la più forte di tutte».

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