© Marco Canoniero
TORINO - Non c’è bisogno di dotarsi di un decoder in Super HD per comprendere al meglio le parole di fuoco appena dedicate da Massimiliano Allegri al tema Dybala. Tutto sembra fin troppo chiaro, semmai ci si può trastullare nell’interpretare il peso delle asserzioni: equivalgono a uno scappellotto oppure a un cazziatone vero, controfirmato da Max l’inflessibile sulla scorta dei consigli ginevrini di “zio” Nedved? Il dibattito è aperto, anche se la sensazione/certezza è che il tecnico si aspetti un segnale forte, tosto, alla Dybala anti Barcellona. Perché Allegri non ama fare comizi né alzare la voce per dare spettacolo o regalarsi titoloni in prima pagina. Non gli interessa, però quando i decibel aumentano non succede mai per caso.
SEMPLIFICARE - Cinque parole chiave: «Aiutati che Dio ti aiuta». Vale a dire: fai tu il primo passo, ché attorno c’è chi ti darà una mano. Ma devi essere tu, caro Paulo, il primo a darsi una mossa. Un po’ quello che aveva detto Buffon a sostegno di ciò che Nedved aveva dichiarato a Nyon: «Lavorare sul campo e fare sacrifici nella vita privata». Cioè: magari presentarsi a Vinovo un’ora prima degli altri e andarsene ben oltre il calar delle tenebre (come faceva il Nedved giocante, per dire), al di là dei duelli su punizione, ingaggiati ogni giovedì con Pjanic.
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