La Juventus ci crede: Dybala torna

Prove di rimonta: nuova Joya per il decollo
La Juventus ci crede: Dybala torna© LaPresse

TORINO - Non si può certo affermare che non ci abbia provato, Paulo Dybala. Perché a volte chi entra a un quarto d’ora dalla fine, peraltro sul rassicurante punteggio di 3-0 a favore, non lo fa con la testa giusta. Invece lui «è entrato bene», utilizzando una frase di Massimiliano Allegri. Da qui riparte la missione bianconera: recuperare la Joya, visto che ormai per il definitivo decollo juventino all’appello manca solo lui. L’argentino a Bologna è andato in campo con l’atteggiamento che il tecnico voleva, a dispetto della manciata di minuti a disposizione. Tuttavia non ha trovato la via della rete, anzi l’ha persa per strada in un paio di buone occasioni. Un eccesso di foga fin comprensibile per chi ha desiderio di dimostrare, prima di tutto a se stesso, di poter uscire al più presto dal momento di appannamento. Ma, come dice Allegri, «Paulo non deve cadere nell’errore di cercare il gol a ogni costo. Non deve pensare solo a quello. Per me sono importanti le prestazioni e il lavoro in allenamento. E sono soddisfatto. Dybala non sarà mai un giocatore da 30 reti a stagione, però da 15 o 20 sì. Con qualche assist in più».



I confronti eccessivi, specialmente con Lionel Messi, hanno avuto l’effetto di mettere ancora più in evidenza il periodo no attuale. E infatti l’allenatore bianconero lo ha sottolineato parlando di una Joya che va protetta dalle eccessive pressioni così come dalle smisurate aspettative: «Devo compiere delle scelte, non è che sono impazzito. Dybala è un giovane e deve crescere, sono stati fatti paragoni sbagliati. Non si possono caricare troppo i ragazzi». Allegri del resto sa quanto sia importante rigenerare il numero 10, soprattutto con il pensiero agli scontri diretti scudetto e, guardando ancora più in là, alla Champions che da febbraio entrerà nella fase del dentro o fuori, senza appello. Anche la gestione con il contagocce, lasciandolo partire dalla panchina, è funzionale a ridare motivazioni al talento argentino: è fondamentale comprendere che, in una squadra top come la Juventus, nessuno può permettersi di vivacchiare, nemmeno uno come Dybala. Perché altrimenti ci sarà sempre qualcun altro che ti soffia il posto.

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