Serie A Juventus, Pasculli: «Dybala? Deve ancora pedalare tanto...»

L'ex attaccante del Lecce: «E' un buon giocatore, come Icardi, ma se non vinci non vale. E non parlo dello scudetto, ci vogliono le coppe pesanti»
Paulo Dybala© www.imagephotoagency.it

TORINO - "Le magliette si conservano, vincere il mondiale è un ricordo che non si può cancellare". Pedro Pablo Pasculli, attacante argentino ex Lecce e campione del mondo a Messico '86, si racconta ai microfoni di Italia nel Pallone, in onda su Radio 2, commentando la propria carriera e il panorama calcistico attuale: "Maradona? Diego sarebbe Diego anche nel calcio di adesso. E’ stato il più grande di tutti. Anche ora che il calcio è cambiato, molto più fisico, muscolare… ma il genio non ha tempo. Eravamo amici, avevamo già giocato insieme (nell Argentinos jr). In Nazionale poi dividevamo la stanza durante il ritiro. Quella squadra era una famiglia e ancora oggi ci vogliamo bene. Era una nazionale compatta".

ICARDI E DYBALA - "Penso che Icardi sia un goleador, ora deve dimostrare il suo valore, mi auguro possa fare la differenza in Russia con la maglia della nazionale, sono tanti anni che non vinciamo. Dybala? Deve pedalare tanto, è un buon giocatore, come Icardi, ma se non vinci non vale. E non parlo dello scudetto, ci vogliono le coppe pesanti. Messi? Per essere davvero il numero uno deve vincere il mondiale, per eguagliare Diego non ci sono altre strade. Lui non è un trascinatore come Maradona, a Leo credo manchi quello anche se attualmente è il più forte del mondo".

LESIONE MEDIA PER DYBALA

IL LECCE - Pasculli poi commenta il proprio passato con la maglia del Lecce: "Il presidente Jurlano è stato un padre per molti giocatori, al calcio mancano figure così. Lui non voleva vendere i pezzi forti, era così. Lecce è la mia casa, c’è la mia famiglia. E ovviamente seguo la squadra. Fabio Liverani in panchina sta facendo bene, speriamo che quest’anno possa raggiungere l’obiettivo della promozione. Ce lo meritiamo, allo stadio a volte ci sono più tifosi che in serie A o B. Mi piacerebbe insegnare ancora un po’ ai ragazzi nei settori giovanili. Qualche esperienza ce l’ho, vorrei trasmetterla ai giovani come i più vecchi fecero con me. Ho avuto la possibilità di giocare tanto, già da giovane, sia in Italia che in Argentina, il calcio mi ha aiutato a crescere e diventare uomo".

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